Test Drive: Volkswagen Touran TSI EcoFuel Comfortline

16/11/2011 - Nicola Ventura

    In un periodo di crisi economica spendere 4,5 euro di carburante per percorrere 100 km ci pare già una buona notizia. E farlo con un impatto sull’ambiente contenuto ci sembra ancora più rilevante considerata la emergenza climatica in atto.

    A detenere la doppia virtù è la Touran 1.4 TSI EcoFuel, la variante a metano della monovolume di Volkswagen nata nel 2003 e giunta alla terza generazione. Che abbiamo provato nella versione Comfortline a Bolzano e sulle strade dolomitiche.

    Sobria eleganza

    Per l’estetica i responsabili di Wolfsburg hanno optato per linee classiche con numerosi richiami agli altri modelli del marchio. Il risultato è un design sobrio, ma elegante, pensato per durare nel tempo e per “snellire” i volumi di un modello lungo 4,4 metri, largo 1,8 e alto 1,7. Operazione, quest’ultima, riuscita pure in termini di efficienza aerodinamica con la riduzione del Cx a 0,29 contro i 0,32 al modello del 2007.

    C’è spazio per sette

    Realizzata sulla base della Golf, la Touran è più lunga del 5%, ma ha una capacità di carico superiore del 50%. Il merito, oltre che della carrozzeria monovolume, è della razionale progettazione degli interni che ha consentito di ricavare ampi spazi per passeggeri e bagagli. Nella versione provata i posti sono sette, con quelli delle prime due file che offrono centimetri e comfort in abbondanza, grazie anche alle cinque poltrone scorrevoli e con schienali regolabili singolarmente. Più sacrificati, sia per spazio sia per modalità d’accesso, i due sedili della terza fila, idonei per ospitare bambini o adulti per brevi percorsi. Una configurazione che lascia ai bagagli solo 121 litri, che salgono a 695 “nascondendo” nel piano di carico la terza fila e a 1.913 rimuovendo la seconda fila. Operazioni, come abbiamo verificato, che richiedono pochi gesti e meno di un minuto.

    Vietato commutare

    Volante e sedile sono regolabili a piacere, la seduta è alta e la visibilità buona in tutte le direzioni, se si esclude quella posteriore in fase di manovra. Dove, però, aiutano i sensori di parcheggio (optional a 384 euro). La disposizione dei comandi è razionale e non costringe a distogliere lo sguardo dalla strada. Unico pulsante “nascosto” è quello dentro la tasca della portiera che aziona l’apertura dello sportellino per il rifornimento della benzina, dove è collocata pure la presa di carico per il metano. Quello che non si trova è il pulsante per commutare tra i due carburanti. Che non esiste. La EcoFuel è di fatto una monovalente ottimizzata per viaggiare a gas naturale con il serbatoio della benzina (11 litri) che funge da mera riserva ed entra in funzione solo esaurito il metano. A rilevare la doppia alimentazione, però, è il cruscotto. Dove accanto alla consueta strumentazione e al display del computer di bordo (che segnala, tra l’altro, consumo medio e istantaneo e autonomia residua) appaiono due indicatori del livello del carburante: a sinistra quello del metano, a destra quello della benzina.

    Piccolo, cattivo e dalla doppia personalità

    Scordatevi le auto a metano realizzate con motori tecnologicamente datati. Volkswagen, come d’altronde Fiat e Opel, da alcuni anni ha iniziato a inserire sulle auto a gas naturale il meglio della propria produzione. E la Touran EcoFuel non fa eccezione. Il “piccolo” 1.4 TSI umilia il vecchio 2.0 da 109 CV su tutti i fronti. Dotato di doppia sovralimentazione tramite compressore e turbocompressore, il 4 cilindri sprigiona una potenza massima di 150 CV a 5.500 giri/minuto che consente prestazioni interessanti: 204 km/h di velocità di punta e 10,2” per passare da 0 a 100 km/h. Ma l’attrattiva maggiore è fornita dalla coppia che raggiunge il suo apice di 220 Nm tra i 1.500 e i 4.500 giri/minuto garantendo un’ottima elasticità di marcia. Dati tecnici che, tradotti nell’uso pratico, conferiscono alla Touran una doppia personalità: pacata per chi vuole risparmiare o vivace per chi ricerca il piacere di guida.

    Vi insegna a consumare poco

    Per minimizzare i consumi affidatevi all’anima placida e ai consigli dell’indicatore di cambiata presente nel cruscotto. Un’utile strumento che segnala la marcia ideale da inserire per ottimizzare l’efficienza del motore tramite una freccia rivolta verso il basso (passare al rapporto inferiore) o l’alto. Che in genere suggerisce di scalare quando il regime scende sotto i 1.200 giri e di innestare la marcia superiore appena oltre i 2.000 giri/minuto. Il risultato è che può capitarvi di procedere a 70 km/h in VI con il contagiri che si aggira intorno ai 1.500 giri/minuto (a 130 km/h si viaggia a circa 2.800 g/m). Un’andatura che assicura consumi ridottissimi (3-4 kg/100 km) senza “imballare” il motore ed esalta il comfort acustico della Touran. Ma che, soprattutto in città, costringe ad agire di frequente sulla leva del cambio. Per verificare se la guida è “efficiente” potete visualizzare il consumo istantaneo del computer di bordo che rende subito evidente eventuali “errori” di ecoguida.

    Con il turbo si viaggia veloci e sicuri

    Per effettuare un sorpasso o avere un’andatura brillante basta scalare e affondare il pedale dell’acceleratore per fare entrare in funzione il turbo. Un’operazione che consente di sfruttare tutti i “cavalli” a disposizione e di ridurre di molto i tempi di ripresa e accelerazione. Come abbiamo verificato sulla tortuosa salita verso i 2.121 metri del Passo Gardena, affrontati con un ritmo vivace che ha messo in risalto le qualità del 1.4 TSI. E le doti dinamiche della Touran. L’assetto prevede ammortizzatori abbastanza morbidi per assorbire in modo efficiente le asperità del terreno e uno schema delle sospensioni, di tipo McPherson nell’anteriore e multilink a quattro bracci nel posteriore, efficace nel fare mantenere alla Touran la corretta traiettoria. In tale direzione vanno pure la precisione dello sterzo elettromeccanico con assistenza alla controsterzata, la corretta distribuzione dei pesi e l’elevata rigidità della carrozzeria. A contribuire alla buona tenuta di strada sono anche i numerosi dispositivi elettronici presenti, come il controllo della stabilità (ESP) e il blocco del differenziale (EDS). Adeguato alla tipologia d’auto l’impianto frenante, che non ha dato segni di affaticamento o cedimento neppure nelle ripide discese alpine.

    A metano si fanno 350 km

    Lo stile di guida scelto ha ripercussioni rilevanti sull’autonomia. Che non è molta. Rispetto alla versione a 5 posti equipaggiata con tre bombole di metano per un totale di 24 kg, i serbatoi della “7 posti” si fermano a 18 kg. Capacità, che considerati gli ottimistici dati ufficiali (4,7 kg/100 km), permette di fare circa 380 km con un pieno a metano. Che diventano 530 km conteggiando i 150 km aggiuntivi forniti dalla “riserva” di benzina. Nella realtà, raggiungere la meta dei 500 km è difficile. Ma non impossibile. Nella nostra prova abbiamo ottenuto un dato medio di 5,1 kg/100 km, con parziali di 5,2 nei tratti autostradali, di 7,2 nell’ascesa al Passo Gardena e prossimi allo “0” nella successiva discesa. Un valore, quello di 5,1 kg/100 km, che ci avrebbe consentito un autonomia a gas naturale di 350 km.

    Solo 4,5 euro per fare 100 km

    Tradotti in moneta, i 25,5 kg di metano “bevuti” dal 1.4 TSI durante la prova di 500 km ha richiesto un esborso di 22,7 euro (con il gas a 0,890 euro/kg), equivalenti a 4,5 centesimi di euro al chilometro. Una cifra che, anche considerando i consumi di omologazione (4,6 l/100 km) della meno potente Touran 1.6 TDI da 105 cv, rimangono irraggiungibili. Con il gasolio a 1,46 euro/litro, la diesel si ferma infatti a 6,7 centesimi/km. Altrettanto lodevoli i valori delle emissioni. Ad abbattere il rilascio di inquinanti, come particolato e monossido di carbonio, ci pensa il metano, al momento il carburante più “pulito” disponibile. Mentre per i gas serra le emissioni ufficiali sono di 128 grammi/km, teoricamente equivalenti a 18,3 grammi/km di CO2 per passeggero se si viaggia a pieno carico. Meno, giusto per rimanere in Casa Volkswagen, dell’efficiente Polo 1.2 TDI da 75 CV (19,8 g/km per passeggero). Una valutazione positiva che rimane nella pratica: i 5,1 kg/100 km di consumo registrati corrispondono a 139 g/km.

    Il listino parte da 28.650 euro

    Tanto benessere si paga caro. La variante più economica della EcoFuel, la Comfortline, è in listino a 28.650 euro. Non pochi, ma giustificati dal buon livello di finiture e dall’esaustivo equipaggiamento di serie che include, tra l’altro, climatizzatore automatico bi-zona, regolatore di velocità, computer di bordo, fari e tergicristalli ad accensione automatica e volante, pomello cambio e impugnatura della leva del freno a mano in pelle. Ottima dotazione di sicurezza attiva e passiva, che sono valse alla Touran 5 stelle nei crash test dell’EuroNcap. Chi ha maggiori esigenze può investire 31.150 euro per l’allestimento top di gamma Highline o 32.950 euro per “aggiungere” il DSG. Un cambio a doppia frizione a 7 rapporti con modalità automatica o manuale tramite le palette dietro il volante che, oltre ad essere comodo, è efficiente tanto da ridurre consumi (4,6 kg/100 km) ed emissioni di CO2 (125 g/km). Da notare che i prezzi delle EcoFuel sono in linea con quelli della variante a gasolio con motore 2.0 TDI da 140 CV e hanno un sovrapprezzo rispetto alle versioni a benzina con medesima unità, la 1.4 TSI da 140 CV, di 2.250 euro. Un divario che, grazie al minore costo del metano, si recupera in circa 30.000 km.

    PREGI
    Costi di esercizio contenuti
    Versatilità abitacolo
    Motore efficiente
    DIFETTI
    Autonomia ridotta
    Listino medio-alto
    Basso comfort 3a fila sedili
    a cura di Stefano Panzeri