Automobili a metano: crescono i distributori

26/09/2009 - Nicola Ventura

    La Provincia di Brescia è la prima in Lombardia (terza in Italia dopo Bologna e Forlì-Cesena) per numero di distributori a metano per automobili installati: ben diciotto quelli aperti, uno in fase di apertura (Roncadelle) e altri sei in arrivo.

    Un primato ecologico che va a braccetto con il record italiano per impianti fotovoltaici e numero di digestori del biogas.

    Un primato che invece stride in rapporto al record di rifiuti prodotti e trattati in provincia (12 milioni di tonnellate l’anno) e di emissioni industriali inquinanti (33 grammi diossina equivalente l’anno e 22 kg di pcb solo nell’hinterland bresciano, dati Enea).

    Proprio per questo la piccola ma incisiva «compensazione ecologica» dei metanisti contribuisce a ridurre le emissioni di Co2 e non produce ossidi di zolfo né benzene nè Pm10. Le auto a metano in provincia però sono ancora poche, poco più di 17mila, pari all’1,6% del parco veicoli.

    UN CONTRIBUTO decisivo all’aumento di distributori (Castenedolo e Rovato hanno aperto da pochissimo) viene dai contributi regionali messi a disposizione dall’assessorato al Commercio di Franco Nicoli Cristiani. «Lo scorso anno abbiamo stanziato 3,5 milioni di euro per finanziare la costruzione di altri 20 distributori – spiega Nicoli – e ogni impianto avrà diritto a quasi 200mila euro che servono a coprire gli alti costi di allacciamento diretto alla rete del metano. L’obiettivo dichiarato è quello di arrivare a 130 impianti in tutta la Lombardia entro il 2010 (adesso ce ne sono 76 aperti, 48 in fase di realizzazione, ndr)».

    Nicoli sta mettendo a frutto le coordinate dell’accordo siglato il 13 settembre 2006 con le associazioni degli operatori rappresentative di oltre 50 imprese del settore. E sul boom di impianti a metano arriva il commento positivo anche di Patrizia Sbardolini, presidente Faib (federazione benzinai della Confesercenti), che smentisce qualsiasi inclinazione dei benzinai a preferire i carburanti tradizionali (benzina e diesel), perché più remunerativi: «Il benzinaio incassa una minima percentuale sul carburante erogato e ottiene stessi compensi sia dal metano che da benzina o diesel».

    SE I DATI provinciali complessivamente sono lungimiranti, non mancano le zone d’ombra: Valtrompia e Valsabbia non contano impianti, in Valcamonica c’è solo quello di Esine. Male anche il Garda: solo le prossime aperture di Desenzano e Lonato andranno a colmare una carenza inspiegabile. La quasi totalità degli impianti si trova a Brescia (6), nell’hinterland, nella Bassa (5) e nell’Ovest (4). In dirittura d’arrivo è quello di Roncadelle, in costruzione sono quelli di Cazzago San Martino e Desenzano in via Mantova. Logicamente i consumi di metano per auto, lo stesso che si usa a cucinare (che è altra cosa dal gpl, «gas propano liquido» derivato comunque dal petrolio) stanno aumentando di pari passo con il rincaro dei carburanti, con il fattore crisi economica ma grazie pure ad una aumentata sensibilità ecologica. Se nel 2004 in provincia si sono consumati 7 milioni di metri cubi adesso siamo ad oltre 10 milioni. Ad incentivare l’acquisto di un’auto bi-fuel (benzina e metano) ci sono anche incentivi governativi (1500 euro da aggiungere alla rottamazione) e regionali, oltre all’esenzione dal bollo per tre anni.

    Fonte: http://www.bresciaoggi.it