E’ possibile una consegna ecologica delle merci? Parma ci prova

17/04/2008 - e2net

    Il pensiero corre subito alle auto quando si parla dell’inquinamento dell’aria in città e della congestione del traffico. Due problemi che inducono i sindaci a creare zone a traffico limitato, ad estendere le isole pedonali e a cercare di potenziare i mezzi di trasporto collettivi. Ma il traffico pesante? I camion e i furgoni che entrano nei centro storici per consegnare merci? Parma prova a muovere i primi passi in questo senso, con un’ordinanza comunale per limitare l’accesso degli autocarri al centro storico. Contemporaneamente alle merci viene data la possibilità di percorrere rapidamente l’ultimo tratto di strada, quello dalla periferia al centro storico appunto, su furgoni a metano, agili e a ridotto impatto ambientale. Alcuni di essi sono refrigerati, e destinati a consegnare la merce fresca e deperibile della filiera agro alimentare.

    La consegna “ecologica” delle merci nel centro di Parma è il frutto di due progetti collegati e complementari. Con Ecologistics il Comune di Parma ha studiato l’impatto del traffico merci sulla città e ha deciso di limitare, a partire dal primo aprile, il traffico pesante in centro; con Ecocity la Regione, ma anche la Provincia e il Comune di Parma, dal 19 marzo hanno reso possibile la consegna “pulita” delle merci in centro. È questo uno dei primi tentativi, in Italia, di limitare l’inquinamento e la congestione del traffico legati alla consegna di merci in centro città.

    Ecocity fa parte di “Misura 5”, uno degli accordi di programma cui la Regione Emilia-Romagna ha dato vita per la mobilità sostenibile delle persone e delle merci. In particolare, per quanto riguarda la consegna delle merci nelle città, la Regione prevede, ai margini dei centri urbani con almeno 50 mila abitanti, piattaforme di distribuzione merci per dividere i carichi in singoli lotti e recapitarli ai negozi attraverso mezzi a basso impatto ambientale.

    Ferrara, con Ecoporto, costituisce uno dei pochissimi precedenti italiani all’iniziativa di Parma. L’Ecoporto di Ferrara è una piattaforma logistica che concentra le merci in arrivo e ne garantisce il trasporto in città su furgoni a metano. In modo analogo, a Padova attraverso Cityporto è possibile consegnare in centro la merce su mezzi ecologici che hanno il permesso di circolare e di sostare nella zona a traffico limitato. Frosinone sta attuando D-dispatch (Clean distribution of goods in specimen areas at the last mile of the intermodal transport chain), una piattaforma di smistamento merci situata ai margini dell’area urbana. Anch’essa prevede l’ottimizzazione dei percorsi e dei carichi, e l’uso di mezzi a ridotto o ridottissimo impatto ambientale. Già nel 2003 Genova aveva sperimentato il progetto Merci (Mobilità ecologica risorsa per la città): sono mancati però i finanziamenti per proseguire l’esperienza.

    Finora le città hanno riservato poche risorse e poche energie alla mobilità sostenibile delle merci, concentrandosi soprattutto sull’obiettivo di limitare i danni causati dalla circolazione delle auto. Parma, dal canto suo, è una delle città che più ha offerto alternative all’uso delle auto private: piste ciclabili, mezzi pubblici potenziati (addirittura l’autobus notturno a chiamata), cinque parcheggi di interscambio collegati al centro attraverso una navetta… Contemporaneamente, ha potuto chiedere alle auto di farsi da parte, estendendo isole pedonali, zone a traffico limitato e parcheggi a pagamento.

    Tuttavia il traffico pesante dà un contributo notevole quanto perlopiù trascurato all’inquinamento dell’aria in città. Si calcola che agli autocarri sia imputabile il 55% delle emissioni prodotte dai veicoli, e che il 40% delle merci sia diretto verso i centri cittadini. Con Ecologistics Parma ha analizzato la situazione e ha disciplinato la materia. Salvo limitate eccezioni tipo surgelati e consegne di giornali, i mezzi pesanti possono entrare in città solo se sono accreditati presso il Comune. E per ottenere l’accredito gli autocarri devono avere una portata a pieno carico inferiore ai 35 quintali ed essere almeno Euro 3 o Euro 4 (oppure essere elettrici o alimentati a metano, bifuel e Gpl); devono inoltre essere muniti di un sistema di localizzazione e viaggiare con un carico pari ad almeno il 70% di quello massimo trasportabile.

    Queste limitazioni entreranno pienamente in vigore a settembre; il primo aprile è iniziata la fase preliminare in cui i mezzi pesanti devono richiedere l’accreditamento al Comune. Sempre dal primo aprile sono in vigore norme che limitano le fasce orarie in cui è possibile consegnare le merci in centro.

    Non tutti gli autocarri, va da sé, possiedono i requisiti richiesti per essere ammessi a transitare nel centro di Parma. E qui si inserisce Ecocity, cioè la possibilità di far compiere alle merci l’ultimo tratto di strada su veicoli “puliti”. Il progetto, finanziato dalla Regione con 900 mila euro, è stato attuato dal Cal (Centro agroalimentare logistico) situato alle porte della città. Nell’area del Cal si concentrano le attività del mercato ortofrutticolo; l’ente fa capo a Regione, Comune e Provincia, oltre che a soci privati. Il finanziamenti sono stati utilizzati per risistemare 1.500 metri quadrati di magazzini, mettere a punto il software che presiede alla gestione delle merci e acquistare furgoncini metano per le consegne in centro città.

    Gli autocarri che non possono entrare nel centro di Parma si fermano al Cal, dove la merce viene scaricata e avviata ai magazzini. Contemporaneamente su ogni collo viene applicato un codice a barre. Poi la merce viene caricata su sui furgoni a metano e indirizzata verso i destinatari, nel centro della città. A tutte queste operazioni presiede un software complesso e raffinato. Tramite i codici a barre dei colli, il computer che tiene la “regia” delle operazioni smista la merce e la indirizza sui furgoni, in modo che su ciascun automezzo viaggino beni destinati a luoghi fra loro vicini, anche se sono stati spediti da mittenti diversi.

    Il software è anche il grado di tener conto delle merci che devono viaggiare su mezzi refrigerati e non; del volume e del peso dei colli, affinché i furgoni partano pieni almeno al 70%; e perfino del calendario: inutile cercare di recapitare le confezioni di tortellini e un carico di rose nei giorni infrasettimanali in cui sono chiusi, rispettivamente, i negozi di alimentari e i fiorai. Infine, un sistema wireless esteso su un’ampiezza di sette chilometri garantisce la tracciabilità di ogni singolo collo: al momento stesso della consegna al destinatario, il computer centrale del Cal riceve il messaggio che la merce è arrivata a destinazione.

    I tempi per lo smistamento e la consegna in centro? Il Cal garantisce che la merce presa in carico entro le 9 sarà recapitata al destinatario nelle 24 ore successive. Il servizio non è gratuito: lo pagano gli autotrasportatori che rinunciano a percorrere il tratto compreso fra il Cal e il centro – i destinatari della merce non devono sborsare un centesimo – ma, secondo i calcoli dello stesso Cal, la spesa è compensata dal risparmio legato al fatto di non dover percorrere l’ultimo tratto di strada.

    L’ultimo miglio, quello dal Cal al centro città, è coperto da sei furgoncini alimentati a metano, così da rendere minime le emissioni inquinanti. Tre di essi sono refrigerati a -4 gradi. Intenzione del Cal è di raddoppiare presto il numero degli autisti, per raddoppiare l’arco di tempo durante il quale è possibile la consegna delle merci.

    Fonte: http://www.ermesambiente.it