La grande corsa a metano e Gpl

23/02/2009 - Nicola Ventura

    La grande corsa era partita l’anno scorso, ma adesso dovrebbe diventare una impetuosa cavalcata. Parliamo delle auto «bi-fuel», cioè a doppia alimentazione: benzina-metano e benzina-Gpl. Nel 2007 in Italia le immatricolazioni erano state circa 73 mila, n

    el 2008 hanno superato le 133 mila (quasi 79 mila nel primo caso, oltre 54 mila nel secondo).

    Un successo che gli incentivi concessi in queste settimane dal Governo spingeranno verso un’ulteriore crescita, come i primi dati 2009 stanno confermando. Anche perchè metano e Gpl non saranno una soluzione definitiva ma hanno il merito di inquinare in misura minore rispetto ai classici motori termici, di trovarsi già sul mercato a costi competitivi e di essere affidabili come qualunque altro tipo di trazione per la vasta esperienza maturata dai costruttori in materia mentre le auto ibride sono più complicate e care e quelle elettriche o a idrogeno sono ancora più o meno lontane nel tempo.

    Come mai questo fenomeno? Non facciamoci incantare dalle favolette ecologiste: per carità, certamente una miglior coscienza ambientalista ha il suo peso, ma non è qui il punto chiave, almeno nel nostro Paese. No, la ragione che spinge un sempre crescente numero di italiani a compiere una scelta del genere è semplice: con una «bi-fuel» la mobilità è sempre assicurata, anche nei centri storici più severamente difesi dall’invasione delle auto, e il «pieno» costa molto meno nei confronti di benzina e gasolio. Con una ventina di euro si percorrono 300 km, il che, per chi si muove soprattutto in città, è un bel vantaggio.

    Ma non solo. Mentre, ad esempio, le ibride in commercio sono al momento pochissime, le «bi-fuel» sono numerose e abbracciano quasi tutte le fasce di mercato, dalle piccole alle medie ai monovolume ai Suv e via discorrendo. Ed è possibile scegliere tra modelli di molteplici Case. In più, le prestazioni sono migliorate notevolmente in questi ultimi anni, avvicinandosi a quelle dei carburanti tradizionali.

    Premesso che, ovviamente, si può marciare a metano o Gpl ma anche a benzina, per cui il rischio di rimanere fermi è modesto, il problema resta quello dei distributori, che sono in numero contenuto: 2.378 per il Gpl, 609 per il metano. Pochi, soprattutto questi ultimi, per un Paese come il nostro. Ma, probabilmente, la rete, sulla spinta del successo, crescerà. Sempre che a qualcuno, un giorno, non salti in testa di aumentare la tassazione. Oggi le accise passano dal 56% della benzina e dal 46% del gasolio al 35% del Gpl e al 18% del metano.

    Fonte: http://www.lastampa.it