Il petrolio supera i 145 dollari Resistono solo le bifuel

14/07/2008 - e2net

    E così è scoppiato all’improvviso l’amore per le vetture a gas. Il petrolio vola al nuovo record di 145,98 dollari al barile negli scambi elettronici al mercato di New York. E gli italiani rispondono moltiplicando i loro “gesti di affetto” per le auto a gas. Per ora rappresentano solo il 4% del parco dei veicoli che circolano in Italia, ma le richieste sono in continuo aumento. Mentre più di 200mila automobilisti hanno deciso di “riconvertire” le vecchie. In  giro per l’Italia ce ne sono più che in qualsiasi altro paese d’Europa. Per ora sono un milione e mezzo, ma negli ultimi due anni sono cresciute a ritmo forsennato.

    Immatricolazioni triplicateIl 4% del parco circolante nel paese non è molto, se rapportato con i 35 milioni di auto che viaggiano sulle nostre strade. Ma è tantissimo se si considera che nel 2007 le immatricolazioni dei veicoli bifuel (benzina+gpl, benzina+metano) e a metano sono triplicate rispetto a quelle dell’anno precedente. A queste 72.591 auto uscite dalla catena di  montaggio con l’impianto a gas già montato, vanno aggiunte le 200mila vecchie macchine, che nello stesso anno sono state convertite dagli automobilisti.
    Vantaggio FiatLe case produttrici che per prime hanno colto questa nuova tendenza del mercato hanno sicuramente avuto un vantaggio sulle altre.
    Un esempio per tutti è Fiat: delle 51mila immatricolazioni di auto bifuel alimentate a metano registrate l’anno scorso, ben 49mila riguardano due modelli della casa italiana: Panda e Multipla.
    Ma qual è la ragione di questo recentissimo successo? Semplice.
    L’auto a gas oggi è percepita come una scelta rispettosa dell’ambiente, visto che i motori a gpl e a metano producono limitate emissioni di CO2, rappresenta la possibilità di viaggiare liberamente, dal momento che viene esonerata dai blocchi della circolazione proprio perché meno inquinante, e in epoca di caro-petrolio è soprattutto una soluzione molto economica.
    Non più “da sfigati” Insomma, il gas non sembra più un carburante da “sfigati”, come accadeva fino a qualche anno fa, ma una scelta ecologica, trendy e intelligente.
    “Visto che la domanda aumenta, anche le case automobilistiche hanno cominciato a inserire sui propri listini auto in grado di circolare con la doppia alimentazione”, spiega al Salvagente Corrado Storchi, responsabile comunicazione della Landi Renzo, la prima società nel mondo nella produzione di impianti a gas per l’autotrazione. “Il mercato sta cambiando. Per anni i nostri clienti sono stati gli automobilisti desiderosi di convertire la propria auto da benzina a gas, oggi invece a noi si rivolgono gli stessi costruttori che vogliono far uscire dalla catena di montaggio auto con sistemi di alimentazione a gpl e metano”.
    Prestazioni migliorateEffettivamente le prestazioni di questi veicoli sono molto migliorate negli ultimi tempi. A evolvere è stata la tecnologia utilizzata per far comunicare l’impianto di alimentazione a gas con il motore dell’automobile. “L’ingresso dell’elettronica”, continua Storchi, “ha reso possibile strutturare l’impianto di alimentazione a gpl e a metano in modo molto più omogeneo rispetto al motore a benzina. Oggi, la calibrazione del commutatore è molto precisa e quando si passa dall’alimentazione a benzina a quella a gas e viceversa l’automobilista non se ne accorge”.
    I problemi, comunque, non sono tutti risolti. Anche se i sistemi di sicurezza sono migliorati, per le auto a gpl esistono tuttora delle limitazioni: nei parcheggi multipiano, per esempio, non possono sostare più giù del primo livello sottoterra. Ma la vera difficoltà per gli automobilisti che scelgono il gas è la scarsa diffusione delle pompe per il rifornimento del carburante.
    Gpl, ancora poche stazioni di servizio In Italia le stazioni di servizio gpl sono poco più di 2.300 per 1 milione e 100mila vetture. In alcune regioni, come Liguria, Basilicata e Molise, le pompe sono pochissime. In Valle d’Aosta sono solo 2. E le cose vanno ancora peggio per il metano. Per i 400mila mezzi che circolano nella Penisola ci sono solo 600 distributori. In Sardegna e in Valle d’Aosta stazioni che riforniscono questo carburante non ce ne sono proprio.
    Anche per questa ragione in Italia non riescono a penetrare le quattroruote che viaggiano solo a gas, le cosiddette monofuel. Per ora i modelli in commercio sono solo 3: il furgoncino 2.0 Ecofuel Caddy e la monovolume 2.0 Ecofuel Touran entrambe della Volkswagen e la Opel Zafira 1.6 16V Eco M, che camminano solo a metano. Difficile pensare che veicoli del genere prendano piede, se prima non si potenzia la rete di distribuzione del carburante. Fonte: http://www.ilsalvagente.it