Bari: Firmato il protocollo d’intesa, l’Amgas «sposa» l’idrometano

01/08/2008 - e2net

    La politica ambientale di questa nuova legislatura lascia a desiderare: però mentre il ministero dell’Ambiente tace e quando parla crea polemiche (vedi la questione parchi) oppure ci fa fare passi indietro come l’iniziativa governativa con l’abolizione della certificazione energetica, la Puglia va spedita verso la Terza rivoluzione industriale che ci porterà alla generazione dell’idrogeno.

    Dopo la firma del progetto co-finanziato dal ministero dell’Ambiente e dalla Regione Puglia per la creazione di cinque distributori di idrometano, l’Università dell’Idrogeno (H2U) ha messo a segno un altro importante tassello con l’Amgas di Bari e si accinge a fare un accordo con la marineria di Mola di Bari per i pescherecci a idrometano.

    Il primo protocollo d’intesa, unico nel suo genere, per «Aria pulita subito» e per l’individuazione di alternative ai combustibili di derivazione petrolifera è stato firmato da Alfonso Pisicchio, presidente dell’Amgas, e da Nicola Conenna presidente dell’Università dell’Idrogeno, alla presenza dell’assessore all’Ambiente del Comune di Bari, Maria Maugeri e dell’assessore comunale alle Aziende partecipate di Bari, Michele Monno.

    Il protocollo oltre a diffondere la cultura dell’efficienza energetica prevede l’introduzione dell’idrometano una miscela composta per il 70% da metano e 30% idrogeno, meno inquinante e più efficiente oltre a «calmierare» il prezzo poiché la parte idrogeno non è soggetta a periodici adeguamenti.
    L’Amgas è la prima azienda che stipula un accordo sull’idrometano ed inizia così un nuovo percorso» ha dichiarato Alfonso Pisicchio. E per effetto della rete che si andrà a costituire sarà quindi la Puglia a dettare il costo dell’idrogeno, ha puntualizzato Nicola Conenna.

    Così mentre crescerà il parco autobus a metano della città sarà bonificata l’area del Gazometro e nelle scuole si potrà avere energia alternativa.
    Bari si avvia a diventare una città sostenibile e forse sarebbe il caso di riprendere il progetto di Agenda 21. Ora non è più una scatola vuota.

    Fonte: http://www.vglobale.it