Balcani a metano: 5 – Serbia (Kragujevac, Krusevac, Cacak e Nis)

12/12/2013 - guido.guerrini

    Dopo aver visitato i distributori di metano di Belgrado e Pančevo il viaggio prosegue con l’esporazione della restante rete dei distributori Serbi.
     

    È stata la prima capitale amministrativa della Serbia ed è stata anche la capitale automobilistica della ex Jugoslavia. Molti dei suoi 170.000 abitanti gravitano attorno agli stabilimenti industriali Crvena Zastava (Bandiera Rossa). Il binomio tra questa città e la storica fabbrica di automobili, inscindibile dal dopoguerra in poi, si dovette fermare davanti ai bombardamenti del ’99 che distrussero quasi tutto l’intero complesso industriale. Le conseguenze furono atroci, sia in termini di disoccupazione, visto che la fabbrica senza indotto occupava oltre 30.000 operai, sia per i danni ambientali che devastarono anche l’agricoltura per numerosi anni. Anche qui il tasso di malattie gravi, soprattutto tra i bambini, raggiunse livelli molto alti.
    La Zastava, proprio come la Fiat in Italia, aveva avuto il merito di permettere alla popolazione jugoslava di motorizzarsi. Tutte le famiglie possedevano una Zastava o una Yugo, prodotte qui, anche se il modello più noto era la Fiča, una apprezzatissima copia dell’italiana 600. Non trascurabile era anche l’esportazione di queste auto nei paesi del terzo mondo. In realtà la Zastava nacque a metà del XIX secolo come fabbrica di armi, e tuttora oggi produce fucili e pistole da tiro di pregevole fattura. È proprio con questa scusa che la Nato bombardò il complesso industriale, ma incredibilmente una delle poche parti non colpite fu proprio la fabbrica di armi. Oggi Zastava appartiene per il 70% a Fiat e per la restante quota al governo serbo; grazie a questo accordo il complesso industriale è stato ricostruito con standard qualitativi e di sicurezza elevatissimi. Anche l’indotto è di nuovo fiorito, con numerose aziende che supportano Fiat Serbia (il nuovo nome).
    Kragujevac, che vanta anche il primo ginnasio, la prima biblioteca e la prima università della Serbia, non è una città turistica, anche se non mancano negozi e ristoranti grazie al continuo transito di italiani che collaborano con Fiat. Sotto il profilo urbanistico la città è divisa tra la zona industriale, i sobborghi operai e la parte monumentale che è quella più viva, con molti alberghi, bar e ristoranti.
    Merita una visita il Parco “Ottobre di Kragujevac”, dedicato alle vittime di una folle strage eseguita il 21 ottobre del 1941 dalle truppe naziste. Vennero prelevati 7.000 uomini, tra cui molti giovanissimi, che furono fucilati in un solo giorno nei boschi vicino alla città. I tedeschi fecero questo come rappresaglia ad un attentato messo a segno dai partigiani jugoslavi. All’interno del parco un interessante museo ripercorre tutta la storia della triste vicenda, e un sentiero unisce le varie fosse comuni dove riposano i martiri, ricordati da una decina di grandi monumenti. Il luogo è l’ideale per corte o lunghe passeggiate, e durante i mesi estivi è popolatissimo dalle famiglie del posto impegnate in pic-nic o giornate all’aria aperta.
     
    (vedi scheda impianto)
    La stazione di rifornimento di metano è all’inizio della città ed è situata in Dragoslava Srejovića, la parallela meridionale della strada principale. Arrivando dall’autostrada (che dista da Kragujevac una ventina di km) alla rotonda con il grande logo della Fiat bisogna prendere l’ultima uscita, quella che scavalca il fiume, e subito dopo girare a destra. Continuando a seguire questa direzione e dopo una svolta a destra alla fine della strada, si arriva al distributore della Avia (coordinate GPS 44.014413, 20.930795). Aperto dal lunedì al sabato 24 ore al giorno e la domenica dalle 6 alle 24, permette il pagamento sia in contanti che con carta di credito.
    Questa stazione di rifornimento è utile solo se si viene specificamente a Kragujevac, visto che gli assi viari principali, in questo caso la non lontana autostrada, hanno distributori molto più comodi da utilizzare.

    Abitata da poco meno di 70.000 abitanti, è una delle città più antiche della Serbia, fondata dal Principe Lazar (quello di Kosovo Polje) nel 1371, lungo l’importante valle della Morava occidentale. Il centro cittadino è ricco di monumenti e rovine di epoca medievale. Piacevoli sono i grandi viali che percorrono la città circondati da palazzoni in stile socialista, e molti sono gli spazi verdi sempre molto popolati dai cittadini. La città non conosce uno sviluppo turistico, e poche sono le infrastrutture per l’ospitalità, mentre non mancano i ristoranti. L’ufficio turistico cittadino consiglia il tour dei monasteri ortodossi nelle vicinanze e la visita all’etnovillaggio di Latkovac, a sud della città e neppure troppo vicino (circa 40 km), che noi non abbiamo visitato.
    Come a Kragujevac, anche a Kruševac durante la seconda guerra mondiale avvennero stragi per rappresaglia da parte dell’esercito tedesco. Il memoriale, lo Slobodište, che ricorda i 1.700 uccisi si trova a sud-ovest della città, alle pendici del monte Bagdala.
    Andando verso Kraljevo, a circa 38 km da Kruševac ci sono le interessanti terme di Vrnjačka Banja: conosciute fin dall’epoca romana, sono le più grandi e frequentate della Serbia.
     
    (vedi scheda impianto)
    La stazione di rifornimento di metano è a nord della città, appena fuori dal centro abitato. Se si è in transito sulla statale 5 che collega l’autostrada (circa 20 km) a Čačak (circa 90km), all’altezza della rotonda e principale svincolo per Kruševac si prenda la statale 102 verso sud in direzione del centro cittadino. Dopo circa due km, ma prima della ferrovia che segna l’inizio della città, si trova il metano della Boss Petrol, dietro una stazione di servizio Knez Petrol (coordinate GPS 43.592506, 21.317596). Aperto tutti i giorni 24 ore su 24, permette il pagamento soltanto in contanti.
    L’utilità di questo punto di rifornimento è principalmente legato alle dinamiche cittadine, visto che esistono soluzioni più comode per qualsiasi destinazione si debba raggiungere.

     

    Fino alla metà del secolo scorso era un villaggio che viveva di agricoltura, e i censimenti raccontano di una popolazione inferiore ai 10.000 abitanti. Dopo la seconda guerra mondiale, che qui ha visto scontri tra cetnici e partigiani più che con i tedeschi, una forte industrializzazione ha portato la popolazione a crescere esponenzialmente, raggiungendo i 70.000 abitanti.
    La fabbrica di elettrodomestici Sloboda (Libertà) dava lavoro e ricchezza ad una città che si sviluppò, con architetture piuttosto moderne, attorno alla chiesa dell’ascensione di Cristo, unica testimonianza del passato. Ovviamente nel 1999 anche la Sloboda fu distrutta completamente dai bombardamenti Nato con le conseguenze sociali, economiche e di salute che possiamo immaginare. Come la Zastava anche la Sloboda è stata lentamente ricostruita e ha ricominciato a produrre. Parte dell’azienda è stata riconvertita, ironia della sorte, a fabbrica di armi!
    Il centro cittadino è pieno di vitalità, pullulano cambiavalute e banche, ma scarseggiano ristoranti e sistemazioni per dormire. Del resto Čačak è tutto meno che una città turistica. Oltre alla già citata chiesa meritano una segnalazione il palazzo della cultura in stile funzionalista, che si affaccia nella piazza principale, e la strada pedonale piena di caffè, il corso cittadino.
    In tutta la valle della Morava non mancano stazioni termali e monasteri, anche se l’attrazione più interessante si trova circa 20 km a sud ed è la cittadina di Guča, dove ad inizio agosto di ogni anno si svolge un curioso festival di trombettisti. In realtà è l’occasione dove mezzo milione di persone invadono un villaggio di 2.000 anime per godersi tre giorni di musiche balcaniche. Se si vuole provare l’emozione di dormire in un isolato monastero ortodosso allora fa al caso Studenica, a sud di Kraljevo, nella valle dell’Ibar.
     
    (vedi scheda impianto)
    La stazione del metano è ad est della città. Se si proviene da Belgrado o da Kraljevo e Kruševac, dopo aver passato il ponte sulla Morava della statale 5 è necessario svoltare subito a destra in via Nikola Tesla e si troverà il distributore della Sponit (coordinate GPS 43.885866, 20.372498). Aperto 24 ore al giorno tutti i giorni, pagamento possibile sia con carta di credito che in contanti.
    I distributori più vicini sono Belgrado (125 km) verso nord, Kruševac (90 km) verso est e Niš (125 km) verso sud. Se il transito da Čačak avviene con destinazione Montenegro o Bosnia-Erzegovina non sarà possibile fare ulteriori rifornimenti.

    È il nodo stradale dei Balcani, punto d’incrocio tra le strade che portano al centro dell’Europa, verso la Grecia oppure in direzione di Sofia ed Istanbul. La città ha 200.000 abitanti ed è la terza in ordine di grandezza in Serbia. Niš, all’epoca Nissa, ha dato i natali nel III secolo al futuro imperatore Costantino. Duemila anni di storia per una città che ha avuto ruoli importanti in ogni epoca grazie alla sua posizione strategica. Attraversata dalla Nišava, affluente della Morava meridionale, la città si sviluppa con la parte storica in pianura e con dei sobborghi più moderni sulla collina.
    Niš è una città attraente, ricca di facoltà universitarie, fabbriche ed infrastrutture per il turismo. Ai vecchi albergoni di stato si alternano strutture moderne. I ristoranti in tutta la città non mancano e i prezzi sono decisamente accessibili e molto più bassi di quelli di Belgrado. Dalla piazza principale, nei pressi del grattacielo dell’Hotel Ambassador, parte il corso pedonale, che ha la caratteristica di svilupparsi sia sopra che sotto il livello stradale, cosa molto utile nei freddi inverni. Alla fine del corso si dirama la strada Kopitareva, la via dei ristoranti, che nei mesi estivi pullula di gente. Tornando all’Ambassador, attraversando il fiume si entra nella fortezza di Niš, che dentro le sue mura perfettamente conservate ospita un piacevole parco.
    Ma la cosa più particolare che si può vedere a Niš la si trova sulla strada che dal centro cittadino conduce alla Niška Banja, le terme cittadine, le terze per importanza in Serbia. Prima di uscire dalla città, in prossimità di alcune cliniche mediche, si noterà sulla destra della strada una cappellina con l’insegna “Ćele kula”, la torre dei crani. Quando i turchi soffocarono una grande ribellione serba ad inizio ‘800, come severo monito per evitare che la cosa si potesse ripetere, venne edificata una torre costruita con circa mille crani di serbi uccisi. Ad oggi rimane in piedi solo la parte bassa di questa struttura, ma sono ben visibili i teschi incastonati nella muratura.
    Niš in definitiva può essere una buona soluzione per chi deve fare tappa durante un lungo viaggio, ma può essere anche una città dove stare qualche giorno, visto che i luoghi di interesse non mancano.
     
    (vedi scheda impianto)
    La stazione di rifornimento di metano di Niš si trova nella parte occidentale della città ed è facilmente raggiungibile dall’autostrada che collega Belgrado a Salonicco. Venendo da nord non si dovranno seguire i cartelli per Sofia e Pirot, ma proseguire fino all’uscita successiva Niš jug (Niš sud). Alla seconda rotonda svoltare a sinistra verso il centro e percorrere via Dimitrija Tucovića per meno di un chilometro. Arrivando da sud l’uscita è sempre la stessa, e così pure le indicazioni successive. Il distributore della Inter Gas (coordinate GPS 43.316486, 21.849177) è aperto tutti i giorni h24 e permette il pagamento soltanto in contanti.
    Il rifornimento di Niš è senza dubbio strategico perché permette di collegarsi a successivi rifornimenti in ogni direzione. Se si è diretti a sud, dopo il “pieno” restano 173 km per raggiungere Kumanovo. Se si va a nord, la distanza dai due possibili rifornimenti di Belgrado è di circa 230 km, mentre se si vuol raggiungere Sofia mancheranno 160 km.