Dalla Carta di Catania parte davvero la mobilità sostenibile italiana?

01/07/2015 - daniele.pizzo

    Mobilità sostenibile? Se ne parla tanto, qualche amministrazione locale fa anche tanto, ma ad oggi in Italia non esiste una vera e propria politica nazionale sul tema, una visione di insieme che permetta alle nostre città di diventare davvero più vivibili. Proverà a colmare questa lacuna il Piano strategico nazionale per la mobilità sostenibile elaborato a Catania nella prima Conferenza nazionale sulla Mobilità sostenibile organizzata dall’Anci, che ha coinvolto amministratori locali, esponenti del Governo e i principali stakeholders.

    La Carta di Catania scaturita dalla due giorni catanese verrà sottoposta a tutti i sindaci e si articolerà su quattro temi: sviluppo delle tecnologie, la qualità dei servizi, politiche sulla mobilità e risorse. Il punto di partenza è un’indagine sulla percezione della Mobilità sostenibile realizzata per Anci dall’istituto Piepoli in dieci grandi città italiane: Roma, Milano, Napoli, Torino, Bari, Bologna, Genova, Venezia, Reggio Calabria e Catania.

    Secondo l’indagine, al primo posto, nella lista dei desideri degli italiani intervistati c’è il miglioramento del trasporto pubblico urbano (67%), seguito da più piste ciclabili (36%) e più parcheggi di scambio (28%). Ma ad oggi solo il 41% utilizza la tecnologia (come le app per viabilità e parcheggi) per informarsi sulla mobilità dal proprio smartphone, anche se l’82% degli intervistati ritiene il servizio utile. Consultati sul car sharing, il 76% ha riferito di conoscere il servizio, mentre il 64% lo ritiene utile. Analogo riscontro sul bike sharing, con il 75% di italiani che conoscono questa opportunità e il 67% degli stessi che la ritiene utile. Stesso apprezzamento per i servizi di car pooling, con il 71% che ritine interessante la prospettiva di viaggiare in compagnia condividendo tempo e spese.

    Oggi la pianificazione urbanistica obbliga ad una mobilità inutile e non piacevole né salutare. Una parte degli spostamenti obbligati dipendono dalla collocazione di scuole e uffici pubblici, e su questo è necessario intervenire nella riprogrammazione delle città. Bisogna poi favorire e migliorare la qualità del trasporto pubblico nel suo complesso, ridurre la mobilità privata, potenziare la mobilità ciclopedonale, ha commentato il presidente di Anci e sindaco di Catania Enzo Bianco.

    Significativo l’intervento del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, per il quale per rendere le nostre città migliori le cure sono tre: quella del ferro, quella del manubrio e quella del mare. Quella del manubrio ha spiegato Delrio è rappresentata dalla ciclabilità che deve essere sicura e fatta bene. Entro i cinque chilometri la bici è il mezzo più efficace ed efficiente e nelle grandi città europee, da tempo, lauto si abbandona preferendo le due ruote.

    Delrio ha ricordato come il Governo Renzi abbia già previsto dieci miliardi per le metropolitane: le nostre città devono essere all’altezza delle grandi capitali europee. Al tempo stesso, però, è da rivedere il trasporto su ferro a livello regionale che così com’è non funziona, occorre quindi invertire la tendenza.

    Le nostre merci ha concluso il ministro delle Infrastrutture e Trasporti devono viaggiare sulle autostrade del mare ma abbiamo bisogno di porti più efficienti da prevedere in un grande piano sulla portualità, così come serve intervenire sulla logistica che ci costa circa 50 miliardi persi all’anno. Porterò nel Consiglio dei ministri questo due piani che per funzionare devono viaggiare di pari passo.