Ass. Cavalli: Lombardia in pole position per i distributori di metano e gpl

29/01/2014 - redazione

    “Gli impianti di distribuzione carburanti a basso impatto ambientale, in particolare modo metano e gpl, sono aumentati negli ultimi cinque anni di oltre il 25 per cento sul tutto territorio regionale, passando dai 432 del 2008, ai 543 del 2013. Un risultato che ha superato ogni più rosea previsione, specie per il metano, grazie alle politiche di Regione Lombardia e all’impegno degli operatori di settore”. Così l’assessore al Commercio, Turismo e Terziario di Regione Lombardia Alberto Cavalli, commentando i risultati del nuovo censimento degli impianti presenti al 31 dicembre 2013, sul territorio regionale, ottenuti attraverso la piattaforma informatica ‘Muta’ con il coinvolgimento dei Comuni, delle Società petrolifere e degli altri titolari di autorizzazioni e concessioni.

    DIGITALIZZAZIONE PROCEDURE AMMINISTRATIVE – “A partire dal 15 aprile 2014 – spiega l’assessore, titolare per Regione Lombardia della delega in materia di rete distributiva di carburanti per autotrazione – le comunicazioni relative alle modifiche della rete distributiva carburanti, che non necessitino di autorizzazione, potranno essere trasmesse on line ed entro i 6 mesi successivi, il 15 ottobre, tutti si serviranno di questo nuovo, efficiente e rapido strumento di comunicazione digitale”.

    L’assessore Cavalli precisa che “questa notevole base-dati, che dovrà essere costantemente aggiornata, è una valida fonte di informazioni per uso statistico e programmatorio e consentirà di analizzare le dinamiche sulla quantità degli impianti e sulla loro dotazione, sia per la tipologia di carburanti offerti, sia per le attività non-oil (ristorazione, bar, vendite prodotti)”.

    Il lavoro svolto per la realizzazione del censimento, anche in considerazione dell’oggettiva difficoltà di reperire dati in un settore così vasto e articolato come quello dei carburanti, ha ricevuto il plauso da parte di tutti i componenti la Consulta regionale Carburanti, convocata nei giorni scorsi.

    LOMBARDIA IN POLE POSITION – “Un mix di incentivi, di vincoli normativi e di indirizzi programmatici ha caratterizzato le scelte coraggiose adottate da Regione Lombardia – ricorda Cavalli – e oggi la distribuzione di gpl sul nostro territorio può dirsi capillare, con circa 400 impianti, mentre, per quanto riguarda il metano, esso registra un trend di crescita non riscontrabile altrove”. L’assessore sottolinea infatti che “prima del 2006 (anno in cui è stata approvata la legge regionale 24 sull’obbligatorietà del metano, su nuovi impianti e si è sottoscritto l’accordo metano), gli impianti a metano presenti sul territorio erano 54, con un erogato di 29 milioni di metri cubi, mentre ora, al 31 dicembre 2013, sono 145, con una stima di erogato intorno ai 104 milioni di metri cubi. Analogo trend di crescita anche per il gpl, passato dai 351 impianti del 2006 ai 394 del 31 dicembre 2013”. “Se torniamo indietro con la memoria di un decennio – continua l’assessore – possiamo ricordare come impianti e autovetture a metano rappresentassero nella nostra regione una rarità. La Lombardia occupava allora la 12ª o 13ª posizione tra le regioni meglio dotate di questo prodotto”. “Oggi – sottolinea Cavalli – la situazione è cambiata a tal punto che la Lombardia è seconda in Italia alla sola Emilia Romagna, regione tradizionalmente votata all’uso di questo carburante, in quanto a impianti in esercizio. Se poi consideriamo gli impianti in via di realizzazione, siamo addirittura al primo posto”.

    RISPETTO AMBIENTE – “Dai dati raccolti attraverso il censimento – sostiene l’assessore – si può evidenziare come Regione Lombardia stia sempre più elevando l’offerta di carburanti, che, alle caratteristiche di economicità (il metano e il gpl costano sensibilmente meno delle benzine e dei gasoli), uniscono ottime performance ambientali. Sia il metano che il gpl abbattono decisamente le emissioni in atmosfera di Pm10, le cosiddette ‘polveri sottili’, oltre a garantire una sensibile diminuzione di Co2, gas responsabile dell’effetto serra”.

    SPERIMENTAZIONE – “Regione Lombardia si è impegnata e continuerà a impegnarsi anche nella sperimentazione – conclude l’assessore Cavalli – adottando azioni volte all’utilizzo dell’idrogeno, dell’energia elettrica per autotrazione e, per quanto concerne il metano, sondando nuove modalità d’uso come quelle del metano liquido o del biometano. Sono queste le frontiere su cui intendiamo fare ulteriori passi avanti già nel corso del 2014”.

    NUOVA CONIUGAZIONE DEL METANO IN LOMBARDIA
     
    Idrometano: è una miscela di metano al 70 per cento con idrogeno al 30 per cento. Permette di migliorare le prestazione delle automobili alimentate a metano, di contro ha un costo di produzione più elevato.
    In Lombardia è stato realizzato l’impianto di Assago (Milano) con un costo alla pompa assolutamente in linea con quello del metano tradizionale, grazie all’impegno di Regione Lombardia, che ne ha coperto la differenza in termini di costi.
     
    GNL (Metano liquido): il metano liquefa alla temperatura di – 162°C. Attraverso serbatoi criogenici montati su automezzi pesanti, è possibile mantenere tale stato fisico, in modo da poter sostituire il metano al gasolio che tradizionalmente alimenta il trasporto pesante. Tre gli obbiettivi primari: aumento dell’autonomia dei mezzi, portandola a 900 chilometri, abbattimento dei costi di carburante (il metano costa molto meno del gasolio) e notevoli benefici per l’ambiente in termini di emissioni. Riportando il metano allo stato gassoso, gli impianti dotati di metano allo stato liquido potranno inoltre alimentare anche gli autoveicoli a gas metano anche laddove non vi siano metanodotti. Nel 2013 è entrato in esercizio il primo impianto lombardo a Mortara (Pavia), al quale, entro l’anno, si prevede di aggiungere un secondo a Manerbio (Brescia).
     
    Biometano: produrre metano attraverso la trasformazione di rifiuti è l’ultima frontiera in fatto di mobilità sostenibile. Regione Lombardia ha predisposto progetti volti alla realizzazione di impianti che consentano la produzione di metano, utilizzando quali materie prime i rifiuti solidi urbani, gli scarti di lavorazioni agricole, fanghi di depurazione e deiezioni animali. In questo caso, oltre a limitare le emissioni nocive in atmosfera, sarà possibile fornire un valido contributo all’ambiente anche per quanto riguarda il suolo e risorse idriche.