Euromobility: a Parma la medaglia d’oro dell’ EcoMobilità

18/12/2008 - Nicola Ventura

    E’ Parma la citta’ piu’ ”eco-mobile” d’Italia. La citta’ emiliana, che ha scalzato dal primo posto dello scorso anno Bologna, ha un trasporto pubblico che funziona, ha avviato importanti innovazioni nella gestione della mobilita’, ha una quota significativa di auto a basso impatto ambientale, pianifica il traffico e tiene lo smog sotto controllo. Nella ”top ten”, che vede sul podio ben quattro citta’ emiliane, seguono Bologna, Firenze e Venezia a pari merito, quinta Padova; al sesto posto si trova Torino e al settimo Bari (unica citta’ del sud che e’ anche migliorata rispetto all’ undicesimo posto dello scorso anno); segue Modena all’ottavo posto e quindi Ferrara nona e Genova decima. Fanalini di coda nella classifica della mobilita’ sostenibile, Taranto, L’ Aquila e Campobasso.

    La graduatoria e’ contenuta nel secondo rapporto ”Mobilita’ sostenibile in Italia: indagine sulle principali 50 citta”’, elaborato da Euromobility e Kyoto Club, in collaborazione con Assogasliquidi e Consorzio Ecogas, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente.

    Gli indicatori di cui si e’ tenuto conto per stilare la classifica sono stati in particolare le innovazioni introdotte per la gestione della mobilita’ (car sharing, bike sharing, taxi collettivi, piattaforme logistiche per le merci, mobility manager, car pooling ecc) e la loro efficacia; lo stato di salute delle citta’ in relazione alla presenza di auto di nuova generazione o alimentate a combustibili alternativi (Gpl, metano); l’ offerta di trasporto pubblico, le piste ciclabili, le ZTL, le corsie preferenziali e l’ adozione di strumenti di gestione e di pianificazione del traffico.

    Le 50 citta’ monitorate sono i 20 capoluoghi di Regione, i due capoluoghi delle Province autonome e le citta’ con una popolazione superiore ai 100.000 abitanti.

    ”Questo secondo rapporto insieme alla classifica delle citta’ piu’ virtuose – ha detto Lorenzo Bertuccio direttore scientifico di Euromobility – vuole costituire uno stimolo per fare sempre di piu’ sulla strada delle mobilita’ sostenibile e dell’ innovazione. E’ importante infatti che si spinga il pedale dell’ innovazione per avviare una nuova cultura della mobilita’ che liberi le citta’ da un traffico insostenibile e dal rischio inquinamento. Il rapporto non misura solo il numero di misure adottate, ma anche la loro efficienza ed efficacia”.

    La speciale classifica indica Napoli come la ciita’ con la piu’ alta presenza di auto inquinanti (Euro 0) con circa il 33% in circolazione.

    Relativamente al piu’ recente standard Euro IV, le citta’ di Aosta, Roma, Prato e Trento mostrano le percentuali piu’ alte (anche se il dato di Aosta risulta falsato perche’ molte societa’ di autonoleggio immatricolano qui le autovetture della propria flotta); mentre quelle in cui le auto ”Euro IV” sono meno diffuse risultano Andria con l’11,8% e Napoli con circa il 15%.

    Il tasso di motorizzazione resta comunque in Italia il piu’ alto d’Europa (61,1 auto per 100 abitanti contro la media europea di 46). Le citta’ con piu’ auto sono Latina con il 72,9%, Potenza con poco piu’ del 70% e Roma con poco meno di 70 auto ogni 100 abitanti. Guidano la classifica delle citta’ virtuose Genova e, naturalmente, Venezia.

    Per la mobilita’ a basso impatto ambientale si puo’ osservare che per le cinquanta citta’ considerate la presenza dei mezzi a gpl e metano e’ in leggero aumento rispetto allo scorso anno attestandosi a circa il 5% a livello provinciale rispetto al totale delle auto. I valori piu’ alti, superiori al 10%, si registrano a Ravenna, Reggio Emilia, Ferrara e Forli’. Fanalino di coda Trieste che non raggiunge nemmeno il punto percentuale.

    Infine, su 50 citta’ prese in esame, solo sei quelle si tengono nei limiti dei 35 giorni di sforamento: Potenza, Ravenna, Reggio Calabria, Catanzaro, Bolzano e Campobasso.

    Il rapporto esamina la qualita’ dell’aria e le pericolose polveri sottili, Pm10. La citta’ che sta peggio e’ Siracusa dove in ben 282 giorni in un anno si sono superati i limiti di legge di 50 microgrammi al metro cubo (la legge prevede solo 35 superamenti).

    Fonte: ASCA