Continental e ZF insieme per l’ibrido

21/05/2009 - Nicola Ventura

    La ZF, azienda tedesca specialista in trasmissioni, e Continental hanno siglato un accordo per lo sviluppo e produzione in grande serie, a partire dal 2011, di moduli che permetteranno di realizzare veicoli commerciali a propulsione ibrida “parallela”.

    I sistemi sono studiati per essere facilmente applicati a linee produttive di veicoli tradizionali. L’applicazione del modulo, con potenza prevista di 60 kW/82 cv, spazierà dai commerciali “leggeri” agli autobus urbani, per i quali è prevista l’applicazione di due elementi per raggiungere una potenza adeguata.

    Il sistema ibrido sarà ottimizzato per dare il massimo contributo all’avvio del veicolo e alle velocità più basse, in quanto pensato per i mezzi destinati a consegne e trasporto persone nei centri urbani.

    I moduli, annunciano ZF e Continental, saranno comunque di tipo flessibile, adatti a veicoli ibridi di tipo “mild” (leggero) o “full”, e capaci di integrare tutte le funzioni possibili: sistema Start/Stop, recupero di energia in frenata, avviamento elettrico del veicolo e ovviamente assistenza in fase di accelerazione. Nel traffico urbano i veicoli che adotteranno i sistemi full hybrid, secondo le due aziende, dovrebbero consumare fino al 30% in meno rispetto alla tecnologia “termica” convenzionale.

    L’aggravio di peso dovrebbe essere molto ridotto, con le masse supplementari di batterie, motori, cablaggi e sistema di raffreddamento compensati quasi totalmente dal “downsizing” del motore termico e dall’eliminazione della batteria di servizio a 24 Volt e del motore d’avviamento.

    ZF si incarica di sviluppare il sistema di propulsione vero e proprio con il motore/generatore e il sistema di frizioni che permette di marciare a “emissioni zero” escludendo il motore termico, mentre Continental si occuperà del pacco batterie al litio-ioni e dell’elettronica di controllo. L’intesa prevede di raggiungere, a regime, una produzione annuale di moduli annunciata “a cinque cifre”.
    Fonte: http://www.autoambiente.com