Test Drive: Volkswagen Golf TGI Metano

07/01/2016 - stefano.panzeri

    “La prima auto a metano che è anche una Volkswagen Golf”. E’ la boutade usata dalla dirigenza di Wolfsburg per l’esordio sul mercato della variante a gas naturale della berlina più venduta d’Europa. Una versione al debutto a fine 2014 che prova a replicare i successi dei più fortunati allestimenti della prima serie disegnata da Giorgetto Giugiaro 40 anni prima. A farlo presupporre sono le vendite della TGI, acronimo Turbo Gas Injection, che hanno superato il 30% degli ordini della compatta tedesca doppiando, di fatto, quelli della berlina a benzina, ferma al 15%. Un risultato di rilievo per una vettura CNG che conferma la validità della propulsione a metano, l’impiego della dirigenza della “auto del popolo” nel settore e le qualità della Golf rimarcate dal test drive della variante 1.4 TGI Highline BlueMotion a 5 porte.
     

     

    La versione “gasata” arriva con la settima generazione di Golf, quella basata sul pianale modulare MQB progettato per ospitare carrozzerie e tecnologie differenti. Una struttura predisposta con spazi appositi riservati alle principali componenti, come motore e trasmissione per le varianti diesel e benzina, le batterie per le quelle elettrica (E-Golf) e ibrida plug-in (GTE) o le bombole per quella a metano. Versione, quella CNG, con linee similari alle sorelle termiche, ma migliorata nell’aerodinamica grazie alla “chiusura” parziale della mascherina del radiatore, all’aggiunta di profili neri alle estremità del lunotto che si raccordano con lo spoiler e altri piccoli particolari. Elementi che, insieme all’adozione di pneumatici a basso coefficiente d’attrito da 205/55 R16 e all’efficienza del sistema a gas, consento alla TGI di fregiarsi dell’etichetta ecologica BlueMotion. Gli ingombri sono gli stessi delle altre Golf: 426 cm di lunghezza, 180 di larghezza e 149 di altezza, con passo di 262 cm.


    L’abitacolo della TGI offre spazio in abbondanza per ospitare comodamente cinque adulti, compresi i tre passeggeri posteriori che godono di centimetri a sufficienza per ginocchia, spalle e testa. Il comfort di bordo è amplificato dall’uso di materiali di buon livello, dalla cura dei particolari e dagli ottimi assemblaggi, nonché dall’efficace insonorizzazione che riduce i decibel interni. Il design della plancia è in classico stile Volkswagen e improntato alla funzionalità. I comandi sono suddivisi in modo razionale con la consueta disposizione di Wolfsburg che prevede il selettore dei fari sulla plancia a sinistra del volante, gli alzacristalli e i tasti per regolare gli specchietti elettrici sulla portiera del guidatore e il restanti sistemati nelle leve al volante, accanto alla leva del cambio e nella consolle centrale. Elemento impreziosito sulla vettura in prova dal display touchscreen da 8” che riporta le informazioni del navigatore e del sistema di Infotainment, nonché le immagini della telecamere posteriore nascosta sotto il logo VW sul portellone. A semplificare l’azionamento dei dispositivi sono i pulsanti al volante a tre razze di serie sulla della Highline.


    Tra i molti comandi manca l’unico che ti aspetti su un modello bi-fuel, il commutatore per la scelta del carburante da utilizzare. Un’assenza, come tradizione sulle vetture del Gruppo di Wolfsburg, voluta per privilegiare l’impiego del metano, combustibile più ecologico, economico e per le quali le auto tedesche sono ottimizzate. Per scovare indizi dell’impianto a gas si deve aprire lo sportello per il rifornimento della benzina dove è situata la presa di carico CNG od osservare con attenzione il cruscotto. In apparenza identico a quello delle altre Golf, “perde” il termostato del liquido di raffreddamento all’interno del contagiri per fare spazio all’indicatore del gas e alla spia verde del CNG che segnala l’uso del metano. Rimane presente nel quadrante del tachimetro l’indicatore della quantità residua di benzina e il display al centro del cruscotto che “guadagna” numerose informazioni relative al gas naturale, come consumo medio e istantaneo, autonomia residua e qualità del gas in percentuale (da 100% a scendere).


    Il bagagliaio della TGI ha capacità di 291 litri, 89 in meno dei 380 litri delle Golf a benzina a causa del piano di carico rialzato per lasciare posto alle due bombole del gas e alle sospensioni rinforzate per sostenere l’aggravio di peso sull’asse posteriore. Una riduzione che lascia una capienza buona per la categoria (la Polo ha 280 litri, la Leon TGI 275) e non compromette la qualità del vano, ben rivestito, curato nelle finiture e versatile grazie allo schienale frazionato ribaltabile e agli scomparti laterali con il kit di riparazione rapida dello pneumatico e altri accessori utili. Ad aumentare è l’autonomia che aggiunge ai 940 km teorici consentiti dai 50 litri del serbatoio della benzina i 430 km percorribili con i 15 kg di metano per un totale di 1.370 km complessivi considerando i consumi ufficiali. Percorrenza che rimane elevata nella pratica considerato che siamo riusciti a fare 380-400 km con un pieno di gas.


    Il motore della Golf TGI è il collaudato quattro cilindri 1.4 TSI a iniezione diretta già utilizzato sulla Seat Leon a metano. Derivato dall’unità a benzina da 122 CV, è ottimizzato per il funzionamento a gas con appositi interventi su valvole e relative sedi, testata, sovralimentazione del turbo e gestione dell’alimentazione. L’esito è un calo della potenza a 110 CV, raggiungibile tra 4.800 e 6.000 giri, che si ripercuote sulle prestazioni. La velocità di punta scende da 203 a 194 km/h mentre il dato dell’accelerazione 0-100 km/h sale da 9,3 a 10,9”. Rimane invariata la dote migliore della compatta tedesca, l’elasticità di marcia conferita dalla coppia massima di 200 Nm disponibile tra i 1.500 e i 3.500 giri/minuto. Una qualità, combinata con l’erogazione progressiva della potenza, che consente di sfruttare appieno le lunghe marce senza dover intervenire con frequenza sulla leva del cambio a 6 velocità e, come vedremo, di contenere i consumi di carburante. Ricordiamo che quest’ultimo è scelto in automatico dal sistema di gestione privilegiando il metano e sfruttando la benzina solo all’accensione e quando il gas è esaurito, evento anticipato dal segnale di pericolo arancione sul cruscotto che indica l’ingresso della riserva di CNG.


    All’animo tranquillo del motore è abbinato un assetto morbido dello schema delle sospensioni, di tipo McPherson con bracci trasversali triangolari inferiori, molle elicoidali e ammortizzatori telescopici nell’anteriore e a bracci interconnessi nel retrotreno. Il risultato è un efficace assorbimento delle asperità stradali e un elevato comfort senza deludere chi ama la guida allegra. Il 1.4 TGI, se sfruttato a fondo, consente andature brillanti mentre il telaio rigido e il disegno delle sospensioni pensato per le versioni più potenti della Golf assicurano un’ottima tenuta di strada e valori di rollio e beccheggio contenuti. A contribuire a una guida piacevole sono la precisione e la morbidezza dello sterzo ad assistenza variabile e gli innesti corti e puntuali della leva del cambio. Intuitiva nelle reazioni, la Golf conferisce una sensazione di sicurezza attiva elevata grazie a un impianto frenante a quattro dischi con sistema di asciugatura automatica e alla presenza di numerosi dispositivi elettronici, come i controlli di trazione (ASR) e di stabilità (ESC) con assistente di controsterzata (DSR) e la stabilizzazione in frenata rettilinea (CBC).


    A rendere seducente la versione a metano della Golf sono le qualità ecologiche ed economiche. In tema ambientale la TGI ha emissioni nocive alla salute contenute grazie all’omologazione Euro 6 e alle proprietà chimiche del gas che consentono di abbattere gli inquinanti allo scarico. Sul fronte dei gas serra l’alimentazione CNG ha permesso di tagliare il rilascio di CO2 da 124 a 94 grammi/km, che diventano 92 con il cambio DSG a 7 velocità in opzione. Valori equivalenti a quelli di una city car o della più efficiente ibrida sul mercato, la Toyota Auris Hybrid accreditata di 91 g/km. La compatta giapponese, però, non può competere quanto a esborso per il rifornimento: i 3,9 litri di benzina “ufficiali” nel ciclo misto necessari per fare 100 km costano molto più dei 3,5 kg (3,4 con il DSG) di metano “bevuti” dalla Golf per coprire la medesima distanza. Modello, quello tedesco, parsimonioso anche nel ciclo extraurbano (2,9 kg/100 km) e in città (4,5 kg/100 km), merito pure del sistema Start&Stop. Nella realtà, con una guida attenta e con pochi tratti urbani abbiamo consumato in media 4,0 kg/100 km, dato notevole per una vettura di 1.382 kg in ordine di marcia ed equivalente a una spesa chilometrica di 0,040 euro*. Un importo con il quale la TGI conquista il titolo di Golf più conveniente. La versione Highline è in listino a 25.300 euro, appena 1.000 euro in più della 1.4 TSI da 125 CV a benzina che ha un costo chilometrico di 0,088 euro che fa esaurire il risparmio all’acquisto dopo poco più di 20.000 km. La variante a gasolio equivalente, la 1.6 TDI da 110 CV ha un listino di 26.600 euro e richiede una spesa al chilometro di 0,053 euro.


    La Volkswagen Golf TGI è in vendita con la sola carrozzeria 5 porte nei tradizionali allestimenti di Wolfsburg, Trendline, Comfortline e Highline. Il listino parte dai 21.750 euro della base per toccare i 27.200 euro con la Highline DSG. Per chi necessita di maggiore spazio per i bagagli (424 litri, 1.439 con schienali abbattuti) può investire 600 euro per acquistare le versioni Variant che hanno prestazioni simili (195 km/h, 0-100 km/h in 11,5”) e consumi a metano identici. La dotazione di serie è in linea con la gamma a benzina e prevede un’eccellente dotazione di sicurezza (7 airbag, compreso quello per le ginocchia del conducente) già dalla Trendline. Discreto, pure, l’equipaggiamento dedito al comfort comprendente, tra l’altro, climatizzatore manuale, quattro vetri elettrici, display multifunzione da 5” e autoradio. Con la Comfortline si aggiungono, tra l’altro, cruise control, cerchi in lega, interni con finiture di maggiore pregio e più accessoriati, nonché con sedili anteriori “comfort” regolabili in altezza e con supporto lombare. La versione di vertice guadagna numerosi extra, come i rivestimenti in tessuto/Alcantara, il clima automatico bi-zona, il volante multifunzione in pelle e i fendinebbia.