Solidarietà a metano in Ucraina: fine anno a Novovolynsk

01/01/2015 - guido.guerrini

    Fine anno solidale
     
    L’ultimo mattino del 2014 ci regala un ottimo sole, di quelli che non vedevamo da molti giorni. Il cielo è azzurro e non ci sono nuvole, solo il fumo dei riscaldamenti dei vari palazzoni si può scorgere nel cielo. Almeno sul gas, essenziale per vivere in modo normale l’inverno, l’accordo tra Russia ed Ucraina è arrivato, ma solo dopo che l’Unione Europea e gli Usa hanno garantito una parte dei pagamenti arretrati e l’anticipo di quelli di questo anno. Ovviamente la Russia ha aumentato il prezzo del prodotto per compensare in parte le perdite del crollo del prezzo del petrolio.

    Davanti al nostro alberghetto c’è la strada che conduce nel centro cittadino, dietro quello che resta della cessata attività della Miniera Numero 4. Le montagne di materiale estratto che si accumulano attorno sono le uniche colline che si scorgono nell’immensa pianura. All’interno dell’albergo ci sono alcune foto scattate nei pressi di queste finte montagne. Il fotografo è stato talmente bravo da far sembrare alcuni scorci quelli del deserto del Nevada. La parte dove c’erano gli uffici amministrativi della struttura sono diventati una discoteca, un centro fitness e la nostra dimora temporanea. Curioso che la discoteca si chiami Donbass  come la regione mineraria di Donetsk che al momento è il luogo di maggior tensione bellica tra governo di Kiev ed insorti filorussi.
     

    Novovolynsk è una città nata alla metà degli anni ’50 del secolo scorso come centro di estrazione carbonifera. Tutto ruota attorno alle miniere e tutti lavorano nelle miniere. Gli uomini scavano, mettono in sicurezza, estraggono il carbone. Le donne si occupano delle mense, lavanderie, piccole manutenzioni. Altri lavorano negli uffici, sui bus che collegano i condomini in stile sovietico con la miniera, nei negozi, nelle scuole e negli uffici pubblici. La qualità della vita era migliore rispetto ad altri luoghi dell’ex Urss, lavorare in miniera comporta rischi, ma pure buoni compensi. 

    La nostra visita al centro cittadino comincia dal monumento alla fondazione della città, prosegue nella piazza dedicata a Taras Shevchenko e finisce nell’omonimo viale.

    Non c’è molto da vedere a Novovolynsk, però c’è molto da capire. Partiamo da Shevchenko, lo scrittore e pittore che a fine ‘800 ha trasformato l’ucraino da lingua parlata a lingua scritta. Solitamente riempie i piedistalli lasciati vuoti da Lenin, qui è diventato il punto di raccolta dei fiori che ricordano i nove giovani locali che hanno perso la vita nella guerra civile ucraina nel corso del 2014. Spediti ad oltre mille chilometri da qui a combattere contro coetanei che fino a pochi mesi prima appartenevano alla stessa nazione. Ogni ulteriore riflessione sulla stupidità della guerra e sulla inettitudine di governanti locali, europei ed statunitensi è superflua. Nessuno fa molto per cercare di riportare un dialogo serio ed un confronto tra le parti in causa. Vedere le facce di questi giovani martiri per gli ucraini (o oppressori per i filorussi) non è affatto piacevole. 

    Nonostante siano le ultime ore per i regali di fine anno è significativo che i negozi non siano troppo affollati. I principali ristoranti resteranno chiusi per le poche persone disposte a pagare per il cenone di fine anno oppure semplicemente perché molti ritengono che ci sia ben poco da festeggiare. Idem per la discoteca principale proprio sotto il nostro albergo. Anche noi ci dedichiamo a portare qualche regalino alle famiglie del posto che conosciamo, compresa quella di Igor con i sui sette figli.

    E’ finalmente il momento di scaricare il Peugeot Expert presso il luogo dove decidiamo di lasciare il prezioso carico. In accordo con Igor e i due sacerdoti, entrambi di nome Vladimir, scegliamo di lasciare alimenti e vestiario presso il centro di assistenza femminile della città gestito dalla chiesa evangelica. Nella struttura sono ospitate prevalentemente donne anziane, delle quali alcune non autosufficienti, oltre ad alcune profughe provenienti dalle città attorno a Donetsk.

    Non c’è discriminazione religiosa, nella struttura ci sono evangeliche, ortodosse e addirittura cattoliche. Tutti coloro che assistono sono volontari. Siamo accolti dalle ospiti con curiosità, sorrisi e parole di gentilezza, anche considerato che capitano raramente visite in questa realtà, tanto meno da così lontano. Siamo anche stupiti dalla qualità del servizio che viene assicurato alle anziane che vivono qui. Ovviamente i giocattoli, che ugualmente scarichiamo, saranno poi portati in un orfanotrofio che dovremmo visitare il 2 gennaio.

    I responsabili della chiesa ci aiutano a stipare ed inventariare i materiali nel deposito fuori dal centro di assistenza. Anche loro ringraziano del fatto che tra le varie emergenze in Ucraina abbiamo pensato proprio a loro. 

    Non possiamo non dire grazie a coloro che hanno reso possibile la consegna di circa 600 chilogrammi di materiali. E’ doveroso e rispettoso elencare tutte le realtà che ci hanno fatto donazioni:

    Aiuti alimentari: Newlat-Buitoni, Salpa Special Food, Coop, Famila, Simply, Pam, Dico.
    Vestiario: Maglificio Bma, Cespit-Io vivo in Toscana, Ecosanit
    Giocattoli: tantissimi privati cittadini che gravitano attorno alla Caritas di Sansepolcro
    Veicolo usato: Peugeot Expert con impianto a metano Bigas-Cavagna
     
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