Solidarietà a metano in Ucraina: dopo 5646 km finalmente in Italia

14/01/2015 - guido.guerrini

    L’ultimo giorno della nostra avventura ecologica comincia con il recupero di Emanuele presso l’aeroporto internazionale di Monaco di Baviera. La struttura è intitolata a Franz Josef Strauss più volte presidente della Baviera e ministro federale. Obiettivamente è uno dei più organizzati aeroporti dove abbiamo mai messo piede. Il volo del buon Calchetti è puntuale, questo è un bene dopo lo spavento che ci siamo presi il giorno precedente per il rischio di annullamento a causa del maltempo in Russia.
     
    Ancora ricchi di metano austriaco, con l’aggiunta di un terzo componente nell’equipaggio del Peugeot Expert, riprendiamo il cammino verso sud. L’ottima autostrada tedesca, completamente gratuita, scorre sotto le nostre ruote e nei pressi delle Alpi comincia la parte austriaca del viaggio.
     

    Lasciata la capitale tirolese Innsbruck comincia la carissima, al costo di 9 euro oltre il normale bollino stradale austriaco, scalata verso il Brennero. Le autorità austriache fanno pagare un extra per il transito sul Ponte d’Europa, una ardita infrastruttura costruita negli anni ’60 con 190 metri di salto rispetto al fondo valle. Per anni ci sono state discussioni se questo ponte fosse più o meno alto del Viadotto Italia presso Laino Borgo in Calabria, transitabile gratuitamente, e su quale dei due fosse il più alto viadotto d’Europa. Da alcuni anni il ponte di Millau, in Francia, con i suoi 343 metri di salto, ha messo d’accordo tutti.
     
    Chi volesse evitare di pagare il pedaggio extra può uscire prima del ponte e rientrare subito dopo. La strada è più lenta e lunga, ma permette di godere della visuale del ponte dal basso. Per i più temerari esiste la possibilità di fare bungy jumping a soli 179 euro. Peccato che l’offerta valga solo nei mesi estivi.
     
    A mezzogiorno, nella innevata cornice del Passo del Brennero, varchiamo il confine nazionale.
    Nella frazione di Varna appena a nord di Bressanone, grazie alle puntuali informazioni dell’elenco distributori di Ecomotori, raggiungiamo uno dei distributori di metano più a nord d’Italia. Veloce rifornimento self service al costo di 1,15 al kg e siamo nel cuore di Bolzano in compagnia degli ecoamici Franco, Sarah e Luca.
     
    Cogliamo l’occasione di un pranzo tipico altoatesino presso lo storico ristorante Hopfen ospiti di Franco Gaioni, che oltre che essere un provetto copilota di ecorally (Campione del Mondo Copiloti Fia classe IIIA) è anche uno degli storici organizzatori dell’Ecorally della Mendola, una delle più belle prove del Campionato Mondiale Fia Energie Alternative. Brindiamo con la birra Bozner Bier, di produzione locale, sia al successo del nostro viaggio e sia al compleanno di Guido che cade proprio nell’ultimo giorno del nostro cammino di solidarietà a metano.
     
    L’obiettivo di giornata è consegnare il Peugeot Expert alla famiglia Biagiotti presso la storica sede della Bigas a Calenzano nei pressi di Firenze. Ecco perché il tempo passato a Bolzano non può essere più lungo della durata dell’ottimo pranzo. Mezza Italia scivola sotto le ruote con la sola veloce sosta presso il distributore di Campogalliano laddove la A22 del Brennero entra nell’Autostrada del Sole. Non c’è traffico e il tempo è buono anche nel famigerato tratto appenninico della A1.
     
    Tutto ciò ci permette di arrivare alla Bigas entro l’ora di cena e riconsegnare veicolo e chiavi ad uno dei partner indispensabili per la riuscita di questo viaggio. Ottimi consumi, ottima manutenzione e affidabilità sia del veicolo che dell’impianto a metano, ci hanno permesso di non avere mai problematiche durante l’avventura, cosa non affatto scontata quando ogni notte il termometro scendeva molto al di sotto dello zero.
     
    Essendo a due passi dal cuore del rinascimento italiano e del capoluogo della nostra terra natia optiamo per fare l’ultima cena del viaggio proprio a Firenze. Scegliere di mangiare una ottima Fiorentina e del buon Chianti sarebbe una scelta troppo banale. Ecco perché la nostra avventura si conclude presso Piazza Santa Croce nel ristorante “Marina” dedicato alla cucina russa e gestito da una famiglia azera che da molti anni vive in Italia. Mangiare cibo ucraino e bere birra russa ci va venire voglia di ripartire il prima possibile per la prossima avventura, rigorosamente con combustibili alternativi, da organizzare assieme ad Ecomotori!
     

     
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