In Russia con il Diesel-Metano: Primavera a Belgrado

04/01/2014 - guido.guerrini

    Per la prima volta ci svegliamo in un Paese che ha lo stesso fuso orario dell’Italia. Dalla finestra dell’unico albergo aperto, in questo periodo, a Kladovo vediamo le lunghe chiatte danubiane andare verso le chiuse della diga delle Porte di Ferro. Un salto di 35 metri e potranno proseguire fino ad oltre Belgrado. Dopo una colazione decisamente continentale lasciamo la città e cominciamo anche noi la lunga e lenta risalita del fiume. Non perdiamo mai d’occhio la strada gemella che passa sull’altra sponda, dove sventola un’altra bandiera e vige un altra ora. Chissà che cosa curiosa quando a capodanno dalle case serbe hanno visto i fuochi rumeni saltare con un’ora di anticipo e viceversa dai villaggi della Romania avranno ammirato il capodanno ritardatario dei serbi.
     

     
    Visti i tranquilli controlli tra le due dogane, potevamo vagliare la possibilità di fare due capodanni alternativi. Risalire il fiume in queste strette gole è davvero impressionante, non sembra possibile che fino a quaranta anni fa, prima che il livello dell’acqua salisse, in questa parte di fiume ci fossero rapide, scogli che affioravano e una duemillenaria strada romana costruita ai tempi di Traiano. Proprio la “Tavola Traiana” è una antica iscrizione che ci piacerebbe ammirare, scampata all’innalzamento delle acque poiché spostata più in alto. Nessun cartello indica dove si trovi e come fare a raggiungerla, di conseguenza siamo costretti ad accontentarci del faccione del capo dei Traci Decebalo scolpito in una roccia della sponda rumena. Proprio Decebalo fu colui che fece dannare i romani durante la conquista della Tracia.
     
    Tra stretti canyon, tornanti e galleria nella roccia la strada e il fiume proseguono il loro percorso. Notiamo la presenza di cartelli per eventuali turisti in bici. Buona l’idea, peccato che rischierebbero la vita ad ogni curva e galleria percorrendo la nostra stessa strada. Presenti lungo le strade dei piccoli paesi che si affacciano nel Danubio anche numerosi affittacamere. Molti di questi paesini si sono spostati più in alto a causa dell’allagamento del precedente nucleo abitato.
     
    Tra tutti i luoghi scomparsi dalla carta geografica merita una citazione l’Isola di Ada Kaleh, pezzo di terra fortificato che sorgeva nei pressi di Orsova. Per lunghi anni era stata una enclave ottomana circondata dall’impero austroungarico, un porto franco che la rendeva zona di grande interesse. Nei pressi del paesino di Golubac lasciamo l’argine del Danubio per spostarci rapidamente su Belgrado attraverso l’autostrada. Piccolo spuntino a base di pljeskavica nel quartiere di Konjarnik all’ombra dei tre grandi palazzoni che costituiscono la moderna porta orientale della città.
     
    Resteremo a Belgrado solo una sera e per facilitare la ripartenza del giorno successivo provvediamo a rifornire di metano e di gasolio il nostro Iveco Daily. Di puro stupore la reazione dei dipendenti della stazione di rifornimento di Novi Beograd quando dopo il pieno di metano hanno capito che volevamo mettere anche il gasolio. Hanno cercato di convincerci che non era possibile andare a metano e gasolio! Alla fine gli abbiamo fatto capire che esiste anche questa nuova possibilità ed hanno voluto fare la foto con il nostro furgone.
     
    Finiti i compiti ci dirigiamo presso il piccolo Hotel Dom, già di nostra conoscenza, dove ci apprestiamo a vivere l’ultima giornata di sosta del nostro lungo viaggio! L’ultimo racconto, da Belgrado alla Valtiberina verrà postato al termine della nostra avventura!!!