Balcani a metano: 7 – Il viaggio finisce

14/12/2013 - guido.guerrini

    Raggiungere tutti i distributori di metano non è stato sempre facile. Spiegare, spesso con difficoltà linguistiche, ai gestori cosa stavamo facendo e se potevamo fotografare le stazioni di metano a volte ha portato ad esiti imprevedibili. Qualcuno ci ha illustrato tutto con grande entusiasmo, in altri casi ci hanno percepito come spie. Certi timori e abitudini non si cancellano in pochi anni e la cultura del sospetto, in questo caso ingiustificato, è ben radicata in alcuni luoghi. Altri ci hanno concesso interviste ma senza permetterci di fare foto, in un caso il numero di telefono ci è stato negato come se fosse un segreto di stato, ma nella maggior parte delle nostre visite il gestore ci ha dato anche il cellulare personale.
     
    Abbiamo anche compreso come in tutte le nazioni visitate ci siano progetti di crescita della rete di distributori. Abbiamo scoperto che sia in Serbia, che in Croazia ed addirittura a Sarajevo in Bosnia Erzegovina, ci sono altre stazioni di rifornimento non aperte al pubblico, ma a disposizione di rete di trasporti pubblica o di mezzi pesanti.
     
    Visto che anche i “metani” sloveni sono nati con questo fine, è probabile in un vicino futuro che queste stazioni vadano ad allungare l’elenco dei rifornimenti nei Balcani. In particolar modo l’apertura della stazione di Sarajevo, essendo la città bosniaca geograficamente baricentrica, sarà fonte di grande interesse. Per completare con la massima permeabilità la rete, sarebbe necessario prevedere almeno due-tre punti rifornimento nella lunga autostrada costiera in Croazia. Zara, Spalato e Dubrovnik potrebbero essere ubicazioni ottimali.

    Abbiamo trascurato un preciso censimento dei distributori di gpl (nella lingue locali generalmente indicato come “plin”, che significa gas, o utilizzando l’acronimo “tng” o quello inglese “lpg”) poiché in tutte le ex repubbliche jugoslave ci sono punti di rifornimento in ogni luogo. In Slovenia, Croazia e Serbia è difficile percorrere più di 50 km senza trovare pompe di gpl, tra l’altro sempre ben segnalate. I distributori sono più rari in Bosnia, Macedonia e Montenegro, ma sono comunque presenti in tutte le città principali e lungo le arterie più trafficate. I prezzi sono poco più bassi di quelli italiani e solitamente in autostrada sono leggermente più cari. Più costose Slovenia (in media 0,75 euro), Croazia e Serbia (0,70), più a buon mercato Bosnia, Montenegro e Macedonia (tutti tra 0,60 e 0,70).


    In tutte le sei repubbliche benzina e gasolio sono generalmente sotto gli 1,50 euro, con variazioni anche sostanziali tra una regione e un’altra, tra le autostrade e i centri urbani e tra estate ed inverno: secondo i nostri rilevamenti dell’ottobre 2013, il prezzo della benzina era in Slovenia 1,45 euro, in Croazia e Montenegro 1,35, in Serbia 1,30, in Macedonia 1,25 e in Bosnia 1,20. Il gasolio mediamente è cinque centesimi più economico, tranne in Serbia dove i due prezzi si equivalgono.


    Nei pressi di Niš c’è il bivio più importante dei Balcani: permette di seguire una rotta orientale incontrando Sofia e raggiungendo Istanbul, oppure di continuare verso sud raggiungendo Skopje, Salonicco ed Atene.
    Se ci troviamo a questo bivio provenendo dall’Italia, abbiamo già incontrato Lubiana, Zagabria e Belgrado lungo gran parte dell’autostrada un tempo chiamata “dell’Unità e Fratellanza tra i Popoli”. Noi ci siamo diretti ad Atene e dopo il rifornimento macedone di Kumanovo, abbiamo raggiunto senza difficoltà la città greca di Salonicco (o Tessaloniki, come è indicata nei cartelli stradali), capitale della Macedonia greca. Qui è possibile fare il pieno in tangenziale, nel nuovissimo punto di rifornimento Fisikon situato a sud della città. Purtroppo la stazione di rifornimento è ad oltre 25 km dall’autostrada per Atene, costringendo a fare l’intero giro della tangenziale di Salonicco, con perdita di tempo e spreco di 50 km tra andata e ritorno. Da Salonicco ad Atene, dove i distributori di metano sono due, anch’essi recentemente aperti dalla Fisikon, ci sono circa 500 km; al momento quindi non è ancora possibile percorrere l’intero itinerario usando il metano. I distributori di Atene sono entrambi vicini alla tangenziale e rintracciabili senza problemi. Quello più a nord è nel sobborgo di Kifisia, lungo la statale 83 che scorre parallela all’autostrada A1, nei pressi dell’immissione nella tangenziale; è più facile da trovare se si esce dalla tangenziale all’uscita 11 e ci si dirige verso nord. L’altra stazione di rifornimento è a Pallini, vicino all’aeroporto, all’uscita della tangenziale numero 14 in direzione della periferia di Atene.
    Durante l’Ecorally di Atene abbiamo incontrato una delle responsabili di Fisikon che ci ha spiegato come entro un anno saranno operative altre 8-10 stazioni di metano per arrivare in poco tempo a 12 punti di rifornimento nell’intera Grecia. Tra le città coinvolte nello sviluppo ci sono Larisa e Volos, entrambe lungo l’autostrada A1 che conduce ad Atene. Il futuro rifornimento di Larisa sarà a 150 km da Salonicco e 350 da Atene e Kumanovo, quello di Volos a 325 km da Atene, 210 da Salonicco e 410 da Kumanovo.
    Infine, 220 km Separano Atene da Patrasso, il porto principale del Peloponneso, con collegamenti quotidiani con Bari ed Ancona. Questo significa che facendo il pieno in Italia o ad Atene, la capitale greca e la penisola italiana sono collegabili a metano anche via nave. Un’idea per un bel viaggio potrebbe essere andare (o tornare) in traghetto e risalire (o ridiscendere) tutta la penisola balcanica. Il costo per fare i 1870 km (di cui circa 300 a benzina) che separano Venezia da Atene è di circa 60 euro di metano e di circa 25 euro di benzina (ipotizzando 20 litri di benzina a prezzo croato fatti nell’autostrada tra Zagabria e Belgrado, con cui coprire anche i 200 km senza metano tra Salonicco ed Atene).

    Se a Niš, invece di scendere verso la Grecia, avessimo svoltato per Sofia, una efficiente rete di distributori di metano, che serve la Bulgaria con oltre 100 stazioni, ci avrebbe permesso di raggiungere senza difficoltà Istanbul e la Turchia. Da poco ci sono rifornimenti anche nell’autostrada che da Sofia raggiunge Plovdiv, lungo la rete viaria in via di completamento che porta al confine di Kapitan Andreevo. Pochi chilometri prima del confine sarà possibile rifornirsi e completare gli ultimi 290 km che permettono di raggiungere la storica città oggi chiamata Istanbul, erede di Bisanzio e di Costantinopoli, dove con un semplice ponte è possibile passare dall’Europa all’Asia. Ma questa è la storia di un altro viaggio, un viaggio nel quale i circa 1.800 km da Venezia ad Istanbul si possono percorrere con 70 euro di metano e 12 euro di benzina.

    Per viaggiare in auto nelle sei repubbliche ex jugoslave, in Grecia, Bulgaria e Turchia, sono sufficienti la carta d’identità, la patente italiana e la carta verde. L’unica eccezione è costituita dai territori serbi non sotto effettivo controllo di Belgrado (in pratica il Kosovo), dove servono passaporto, patente italiana e una assicurazione temporanea da stipulare all’ingresso nel territorio kosovaro.