Quagliano (CSP): finanziare gli ecoincentivi con il recupero dell’evasione del bollo auto

01/02/2012 - Nicola Ventura

    Si è riaperto il dibattito sugli incentivi al mercato dell’auto. Ad una domanda dell’agenzia Reuters sulla eventuale adozione di incentivi alle auto ecologiche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà

    ha risposto che “il mercato dell’auto ha bisogno di incentivi non selettivi per rispettare i principi del mercato unico europeo” ed ha aggiunto “per eventuali misure in questa direzione occorrerà una copertura”.

    Interrogato sullo stesso argomento il ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera ha risposto con un no comment, che non conferma, ma neppure smentisce che si stia pensando a nuovi incentivi per l’auto. Il problema pare essere, dunque, quello di trovare la copertura finanziaria. Su questo aspetto il Centro Studi Promotor GL events avanza un suggerimento al Governo.

    Il presidente del Centro Studi, Gian Primo Quagliano, ha dichiarato che la copertura si potrebbe trovare contrastando efficacemente l’evasione del bollo auto che è stimata in un miliardo di euro all’anno: una cifra più che sufficiente per finanziare un programma di incentivi alle auto ecologiche anche senza considerare che le precedenti esperienze di incentivi pubblici all’acquisto di auto hanno dimostrato che il costo dell’incentivo viene già recuperato attraverso l’incremento del gettito Iva dovuto ai maggiori acquisti di auto determinati dagli incentivi.

    Ma come condurre una efficace azione per recuperare il gettito evaso sul bollo auto?

    “Basterebbe – sostiene Quagliano – dedicare alla lotta all’evasione del bollo auto la stessa attenzione che il Governo in carica e quelli che lo hanno preceduto hanno dedicato alla lotta all’evasione dell’obbligo di contrarre la polizza di assicurazione RC auto”. “Fino al 31 dicembre 1997 – spiega Quagliano – vigeva per gli automobilisti l’obbligo di esporre sul parabrezza delle auto sia il contrassegno attestante il pagamento del bollo che quello attestante il pagamento del premio di assicurazione. Questa situazione consentiva alle forze dell’ordine di verificare con immediatezza ed efficacia il corretto pagamento di bollo e assicurazione sulle auto parcheggiate o su quelle fermate per controlli. Dal 1° gennaio 1998 su richiesta, pare, delle aziende utilizzatrici di flotte di autoveicoli che lamentavano la difficoltà di far pervenire in tempo utile i contrassegni alle loro auto in viaggio, è stato abolito l’obbligo di esporre il contrassegno attestante il pagamento del bollo, ma, inspiegabilmente, è stato mantenuto l’obbligo di esporre il contrassegno relativo al pagamento dell’assicurazione”.

    “Con l’articolo 31 del decreto sulle liberalizzazioni il Governo ha ora introdotto un nuovo e ancor più efficace sistema per combattere la falsificazione dei contrassegni di assicurazione e l’evasione del premio RC auto prevedendo che a bordo di ogni auto vi sia un microchip con le informazioni relative al pagamento dell’assicurazione RC auto, microchip leggibile dagli autovelox, dalle apparecchiature per controllare gli accessi alle ztl, dai dispositivi della rete autostradale e da altri rilevatori elettronici e telematici. Perché – ha concluso Quagliano – non adottare lo stesso sistema anche per il bollo auto? Il gettito dell’operazione sarebbe più che sufficiente per varare un programma pluriennale di sostegno all’auto a basso impatto con grandi vantaggi per l’economia, ma anche per la sicurezza della circolazione stradale e per l’ecologia”.