Incentivi Auto: Montezemolo, “Il mercato si muove soprattutto nell’area delle vetture a metano”

19/02/2009 - Nicola Ventura

    Giornata difficile per la Fiat, spiazzata in Borsa da voci, riportate ieri dall’agenzia Bloomberg, secondo cui il Lingotto avrebbe valutato l’eventualità di un aumento di capitale da due miliardi di euro. Bloomberg rimarcava, a sostegno delle indiscrezioni,

    che Fiat ha ottenuto una linea di credito da un miliardo di euro da Intesa Sanpaolo, Unicredit e Credit Agricole, ma questo finanziamento, secondo una delle voci su cui si è innescato il caso, sarebbe inferiore a quanto richiesto dal gruppo torinese, che ha 4,8 miliardi di euro di debito in scadenza quest’anno. La conseguenza dei «rumors» per il titolo Fiat è stata una pesante perdita dell’8%, con una picchiata del prezzo a 3,91 euro. «

    Non abbiamo allo studio nessun aumento di capitale», smentiva recisamente la società, bollando le notizie circolate come «destituite di ogni fondamento». E, da parte sua, l’amministratore delegato di Intesa SanPaolo, Corrado Passera, ribadiva: «Sarà la Fiat ad annunciare la formulazione della linea di credito». La situazione a Piazza Affari restava comunque pesante e il titolo del Lingotto, pur recuperando rispetto ai minimi, continuava a cedere il 5,88%, con un prezzo di 4,04 euro. A fine giornata la perdita era di -6,69% a 4 euro.

    Intanto però si cominciano a registrare i primi segnali positivi dopo il varo degli incentivi per il settore automobilistico. Ad annunciarlo è stato il presidente della Fiat, Luca Montezemolo: «Il mercato si muove – ha detto – e si vede soprattutto nell’area delle vetture a metano, che uniscono risparmio energetico e per il cittadino al forte miglioramento per l’ecologia e per l’ambiente. Su questo si sta andando molto bene. Basti pensare che oggi una Punto o una Panda a metano, all’avanguardia nel mondo in questo settore, costano come una vettura a benzina. Ciò dimostra la forza di questa scelta tecnologica della Fiat e dei vantaggi di questi incentivi ecologici promossi dal governo». Il presidente del gruppo ha aggiunto di essere convinto che se riparte l’auto riparte anche tutto il resto, ma di essere «molto frustrato nel vedere tanti nostri collaboratori in difficoltà, in cassa integrazione».

    Difficoltà che, proprio con i primi effetti degli incentivi, paiono cominciare ad alleggerirsi. Secondo fonti sindacali (non c’è ancora stato un annuncio ufficiale dell’azienda) circa mille lavoratori di Mirafiori, impegnati sulla linea dell’Alfa Mito, faranno una settimana in meno di cassa integrazione a febbraio e lo stesso accadrà per gli addetti alla produzione della Lancia Thesis. Il segretario generale della Fiom torinese, Giorgio Airaudo è comunque prudente: «Bene il parziale rientro dalla cassa integrazione – commenta – ma rientrano a lavoro coloro che erano stati messi in cassa integrazione quando Berlusconi aveva tolto gli incentivi».

    A Mirafiori le strutture centrali si fermeranno lunedì e martedì prossimi, in corrispondenza del «ponte» di Carnevale nelle suole: i 3.500 impiegati utilizzeranno permessi retribuiti e ferie residue. Lo stop interesserà anche 450 lavoratori delle Costruzioni sperimentali e 350 del reparto Stampi e lamiere. Resta, invece, difficile la situazione a Pomigliano d’Arco, dove la Fiat ha annunciato nuova cassa integrazione: i lavoratori rientreranno in fabbrica il 9 marzo, ma solo per una settimana. Poi resteranno di nuovo a casa dal 14 marzo al 20 aprile. E contro questa decisione gli operai dello stabilimento, sempre più preoccupati per il loro futuro di lavoro, hanno sfilato in corteo a Napoli.
    Fonte: http://www.lastampa.it