Incentivi auto 2010: ci saranno ma più leggeri

21/01/2010 - Nicola Ventura

    Per il rinnovo degli incentivi al settore automotive nel 2010, il governo punta a una cifra vicina a quella dello scorso anno, pari a 1,2 miliardi di euro, ma distribuita su una gamma più ampia di prodotti: oltre ad auto anche computer ed elettromestici.

    Lo ha detto il ministro dello Sviluppo Claudio Scajola, conversando con i cronisti a margine della cerimonia di consegna dei premi Leonardo 2009 al Quirinale.

    “Stiamo studiando misure e risorse possibili e disponibili. L’obiettivo è spalmare gli incentivi su di una gamma di prodotti più larga per incentivare i consumi ma su settori collegati al risparmio energetico e alla difesa dell’ambiente”, ha detto il ministro, spiegando che gli incentivi saranno quindi “ridotti sia nel tempo che nella quantità”.

    Scajola prima ha evitato di sbilanciarsi sul valore complessivo degli incentivi, poi però ha aggiunto: “Lavoriamo a una cifra vicina a quella dello scorso anno” per l’auto.

    Degli 1,2 miliardi in totale, il governo aveva previsto una copertura nel 2009 di 400 milioni circa, ritenendo che il resto si sarebbe autofinanziato tramite il maggiore gettito Iva darivante dall’aumento delle vendite.

    Secondo l’Unrae il governo sarebbe orientato a concentrare gli incentivi sulle auto a metano, iniziativa che l’associazione dei produttori esteri stima possa portare ad un aumento del 70% delle immatricolazioni di nuove auto ecologiche nel 2010.

    Il governo sembra voglia poi affiancare gli incentivi per il risparmio energetico a quelli per la sicurezza.

    Alla proroga degli incentivi tiene naturalmente Fiat, unico produttore di automobili in Italia.

    Incontrando governo e parti sociali a Palazzo Chigi, il 22 dicembre scorso l’ad del gruppo Sergio Marchionne ha avvertito che senza un’uscita graduale dalla fase degli incentivi il mercato può precipitare nel 2010 “verso la soglia di 1.700.000 unità” da ordini per oltre 2 milioni nel 2009.

    GOVERNO GUARDA A VERTICE MINISTRI UE DEL 9 FEBBRAIO

    Scajola ha già detto di voler da Fiat, in cambio del rinnovo degli incentivi, la garanzia di una produzione annua in Italia di oltre 900.000 unità l’anno dalle attuali 600.000.

    Il decreto del 2009 prevedeva la firma di un protocollo di intenti con i produttori di auto ed elettrodomestici, che in cambio degli incentivi avrebbero fornito garanzie sul mantenimento dei livelli occupazionali.

    L’Unione europea ha bocciato la misura e, nel corso dell’esame in Parlamento, il decreto è stato modificato prevedendo che l’erogazione degli incentivi fosse subordinata a non delocalizzare gli impianti al di fuori dello Spazio economico europeo.

    Il dibattito entrerà nel vivo il 29 gennaio, data per la quale Scajola ha convocato un tavolo per discutere della situazione dello stabilimento siciliano di Termini Imerese che Fiat vuole chiudere dal 2012 contro la volontà dei sindacati, che temono un disimpegno del gruppo dall’Italia.

    Non è ancora chiaro quali siano i tempi per il varo degli incentivi né lo strumento che il governo intende utilizzare.

    “Stiamo ancora valutando lo strumento. Potrebbe essere un nuovo decreto legge o un emendamento al decreto legge Milleproroghe”, ha detto Scajola.

    Secondo fonti ministeriali, per un decreto la prima data utile potrebbe essere il Consiglio dei ministri del 29 gennaio.

    Una fonte governativa spiega tuttavia che i tempi potrebbero slittare. Scajola potrebbe decidere di aspettare l’esito del Consiglio europeo dei ministri dell’Industria in calendario per il 9 febbraio nella città spagnola di San Sebastian. Vertice al quale parteciperà anche il neo commissario europeo all’Industria, l’italiano Antonio Tajani, al quale Scajola ha recentemente scritto una lettera per ricevere indicazioni sul da farsi.

    Al coordinamento con l’Europa tiene soprattutto il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, come ha lasciato intendere in una conferenza stampa a fine dicembre.

    Il governo non sembra comunque avere fretta, dal momento che anche lo scorso anno il decreto è stato varato nella prima metà di febbraio.

    Aspettare qualche settimana in più presenta anche un altro vantaggio per il governo: acquisire una prima contezza dei capitali sanati con la quarta edizione dello scudo fiscale, che scade a fine aprile.

    Poiché il governo si aspetta che vengano sanati altri 20 o 30 miliardi, il gettito aggiuntivo per lo Stato potrebbe ammontare a circa 2 miliardi. Fondi una tantum che possono essere utilizzati per coprire gli oneri degli incentivi.

    Nel gennaio del 2009, in mancanza di incentivi, il mercato dell’auto registrò un calo delle vendite del 32,64% su anno.

    Fonte: http://it.reuters.com