Finiti gli incentivi il mercato crolla, ad Aprile meno 15,65%

04/05/2010 - Nicola Ventura

    Tutto come da copione. Dopo un trimestre in crescita del 23,33% per effetto della coda degli incentivi del 2009, il mercato italiano dell’auto nel primo mese senza sostegni statali, cioè nell’aprile scorso, accusa un calo del 15,65% .

    E’ il primo effetto del crollo degli ordini che si è manifestato all’inizio dell’anno, prima, per le incertezze su un eventuale rinnovo degli incentivi e poi per la decisione di non concedere nel 2010 alcun aiuto alla domanda di auto. Il calo di aprile colpisce soprattutto le marche che hanno beneficiato degli incentivi nel 2009, mentre le marche che ne hanno beneficiato marginalmente o non ne hanno beneficiato fanno registrare crescite anche significative sul 2009.

    Il quadro delineatosi in aprile appare decisamente preoccupante come emerge con grande chiarezza anche dall’inchiesta congiunturale condotta a fine aprile dal Centro Studi Promotor GL events. Ben il 91% dei concessionari interpellati dichiara infatti bassa affluenza di visitatori nelle show room ed una percentuale analoga lamenta anche bassa acquisizione di ordini. Il 65% degli interpellati dichiara poi di attendersi vendite in ulteriore diminuzione nei prossimi mesi, mentre il 71% si attende un calo della remuneratività del business. E’ evidente che nella situazione che si è delineata è a rischio anche la sopravvivenza di aziende concessionarie eccessivamente pressate dalla contemporanea contrazione sia delle vendite che dei margini in un quadro di persistenti difficolta finanziarie.

    Il pessimismo degli operatori deriva essenzialmente dal fatto che il mercato dell’auto esce dal sistema degli incentivi senza che si sia delineata una ripresa del quadro congiunturale. La caduta dell’economia si è infatti arrestata, ma, mentre resta il pericolo di nuove cadute legate ad ancora possibili crisi finanziarie di grande portata, il sistema italiano sta recuperando molto faticosamente. Recentemente vi è stato qualche segnale di risveglio dell’attività manifatturiera dovuto soprattutto alla domanda estera, ma in febbraio l’indice destagionalizzato della produzione industriale è ancora inferiore del 20,7% ai livelli precrisi. In marzo l’occupazione è poi ancora in calo e si conferma inoltre l’ipotesi secondo la quale le difficoltà economiche nel 2010 colpiranno particolarmente le famiglie, che, nel 2009, grazie agli ammortizzatori sociali e ai risparmi privati, avevano retto meglio del previsto. Nel 2010 il prolungarsi della crisi sta inducendo le famiglie ad una maggiore cautela negli acquisti di beni di consumo, come emerge con grande chiarezza anche dal calo delle vendite di generi alimentari nel primo bimestre. La contrazione a prezzi correnti è stata del 2,3% che, tenendo conto dell’inflazione, corrisponde a un calo delle quantità acquistate di circa il 4%, una percentuale molto elevata se si considerano le dimensioni dell’aggregato dei beni alimentari e la rigidità della loro domanda. E’ evidente che in un quadro di questo tipo la propensione ad acquistare nuove automobili è decisamente depressa e non giovano certo a risollevarla i forti aumenti dei premi di assicurazione e dei carburanti.

    Un approfondito esame della nuova situazione creatasi per il mercato dell’auto per la fine degli incentivi e il calo a due cifre di aprile verrà fatto a Bologna il 6 maggio prossimo in occasione del convegno “Il mercato italiano dell’auto senza incentivi e senza ripresa dell’economia” organizzato dal Centro Studi Promotor GL events e dalla facoltà di Scienze Statistiche dell’Università di Bologna. Al convegno parteciperanno il presidente di Federaicpa Filippo Pavan Bernacchi, il presidente dell’Unrae Loris Casadei, il presidente dell’Anfia Eugenio Razelli, il presidente e A.D. di Volkswagen Group Italia Giuseppe Tartaglione, il presidente e A.D. di Ford Italia Gaetano Thorel, il presidente di Renault Italia Jacques Bousquet ed il CEO di Fiat Automobiles Lorenzo Sistino.