Legambiente: Biometano dai rifiuti, una fonte inutilizzata

08/11/2008 - Nicola Ventura

    Abbiamo a disposizione una fonte di energia rinnovabile e pulita e non la utilizziamo. Sono gli scarti organici che, senza raccolta differenziata, finiscono inevitabilmente in discarica e contribuiscono all’aumento dell’effetto serra. Questo in sintesi quanto emerge dal dossier Energia dai rifiuti senza CO2: la gestione sostenibile degli scarti organici, presentato da Legambiente alla fiera Ecomondo di Rimini. Il documento illustra le potenzialità della gestione sostenibile della frazione organica dei rifiuti (scarti urbani, forestali e dell’industria agroalimentare, effluenti zootecnici, fanghi di depurazione) e i traguardi raggiunti in altri Paesi europei.

    L’Italia sul fronte delle rinnovabili non riesce a fare il salto di qualità e trascura anche la possibilità di recuperare energia, sotto forma di metano, dagli scarti organici. Si stima di poter ottenere dai rifiuti e dalle biomasse di origine agroindustriale 8 miliardi di metri cubi di metano all’anno, pari a circa il 10% del fabbisogno di gas naturale del nostro Paese.

    Attualmente questa risorsa energetica viene quasi completamente inutilizzata. Si continua, invece, a parlare con insistenza della necessità di tornare all’energia nucleare: una fonte insicura, costosa e inquinante.

    Legambiente, con il documento presentato oggi, intende stimolare e promuovere politiche virtuose, sia a livello locale che nazionale, per una gestione sostenibile dei rifiuti.

    “Trattando in maniera adeguata gli scarti organici si ottengono vantaggi su più fronti – dichiara Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente –. Si riduce il fabbisogno delle fonti fossili, si aumenta la qualità dei suoli italiani, particolarmente poveri di sostanza organica, si sequestrano nel terreno enormi quantità di CO2”.

    Il processo dal quale deriva la produzione di biogas è la digestione anaerobica integrata al compostaggio. Gli impianti di digestione anaerobica permettono di trasformare i rifiuti in biogas (ricco di metano) e in una parte residuale solida. Questa componente organica può essere trattata negli impianti di compostaggio e trasformata in ammendante agricolo, utile al miglioramento della qualità dei suoli. Lo sfruttamento del biometano al posto dei combustibili fossili permette di ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera.

    Oggi si sente parlare molto di agroenergie per la produzione di biodiesel e bioetanolo, un po’ meno di biometano come prodotto dagli scarti organici dei rifiuti. E questo nonostante le auto con alimentazione a biometano percorrano tre volte la distanza coperta dalle auto alimentate a biodiesel ottenuto da un ettaro di terreno coltivato per la produzione di  biomasse, e più del 50% della distanza se il confronto avviene con il bioetanolo.