Chrysler 300 5.7L Hemi V8 CNG Bi-Fuel, per sedurre gli USA con il metano

23/05/2013 - daniele.pizzo

    Negli USA il metano per autotrazione in questi ultimi anni sta conoscendo una crescente popolarità grazie all’impennata dello sfruttamento dello “shale gas” o gas da argille, un metano che si forma dalla decomposizione della materia organica contenuta in alcune argille che nell’ultimo decennio è arrivato a coprire circa il 25% del fabbisogno interno. Naturale quindi che i costruttori inizino a guardare con interesse a questo carburante alternativo, nonostante negli States i distributori di metano siano appena 586 (circa 2.000 contando le pompe private) contro i 200.000 distributori di benzina e Diesel.

    In prima fila non poteva che esserci la Chrysler, che da quando è passata sotto la guida della Fiat, che in Europa è leader nel mercato delle auto a metano, ha virato sul metano proponendo le versioni CNG dei “light trucks” RAM F-250 ed F-350, subito inseguita da General Motors con le versioni bifuel di Chevrolet Silverado e del GMC Sierra 2500 HD. La sola auto a metano in vendita negli Stati Uniti, però, rimane giapponese ed è la berlina Honda Civic CNG, venduta nel 2012 in appena 2.000 esemplari. La prossima potrebbe essere finalmente una Chrysler: la Casa di Auburn Hills insieme a Landi Renzo USA, ha da qualche settimana messo a punto una Chrysler 300 equipaggiata con la potente motorizzazione V8 HEMI da 5.7 litri in versione bifuel benzina/metano.

    Si tratta al momento di una “show car”, di un’auto destinata cioè a scopi promozionali che probabilmente è il preludio ad una versione prodotta in serie che potrebbe essere lanciata appena le condizioni del mercato americano saranno maggiormente favorevoli al metano.
     
    Stupisce però che al di qua dell’Oceano Fiat non abbia ancora pensato a proporre le versioni bifuel dei modelli di derivazione Chrysler come la nuova Lancia Thema, che è proprio la “gemella” italiana della Chrysler 300, e della Fiat Freemont, disponibili entrambe con motorizzazioni Diesel oppure con gli stessi (e assetati) propulsori a benzina con i quali vengono commercializzate in patria ma mai apprezzati dal mercato italiano per via dell’alto prezzo alla pompa della benzina.