Nissan X-Trail Fcv: viaggiare ad idrogeno

20/11/2008 - Nicola Ventura

    È la prima volta che abbiamo l’opportunità di guidare un’auto a idrogeno per molti chilometri e quindi di valutare come potrebbe funzionare una futura auto a emissioni zero. La storia del progetto Fcv in Casa Nissan risale a 12 anni fa, con i primi prototipi che ricavavano l’idrogeno dal metanolo.

    Oggi il progetto ha compiuto enormi passi in avanti, ma necessita ancora di perfezionamenti: dall’immagazzinamento dell’idrogeno a bordo al funzionamento del motore a batteria, al problema del serbatoio. Nello specifico, la X-Trail Fcv ne utilizza uno molto particolare da ben 70 megapascal (circa 700 bar), che ha un rivestimento interno di alluminio e l’esterno “fasciato” da materiale sintetico. L’unico posto dove ragionevolmente poteva essere collocato è tra il bagagliaio e il sedile posteriore (seconda foto), che a questo scopo è stato rialzato rispetto alla versione normale. Il pianale alto della X-Trail, inoltre, è idoneo a ospitare anche l’altro elemento fondamentale della Fcv, ovvero la cella a combustibile, che genera energia elettrica in modo assolutamente pulito.

    Il nostro approccio con altri prototipi a idrogeno è sempre stato caratterizzato da una notevole complessità d’utilizzo e da una serie di compromessi poco accettabili per il pubblico. Con la X-Trail Fcv, invece, niente di tutto questo: ci hanno semplicemente consegnato le chiavi e lasciato fare più o meno quel che volevamo, compresa una miniprova in pista per rilevare le prestazioni fondamentali che non sono affatto diverse da quelle di una X-Trail tradizionale. La velocità massima è elevata, l’accelerazione molto pronta e la ripresa vivace. Freni un po’ deboli, ma in compenso c’è la consapevolezza che l’energia non va sprecata perché le batterie agli ioni di litio la recuperano attraverso il generatore.

    La batteria svolge anche un’altra funzione: è come un volano fra il motore e la fuel cell e compensa il tempo di risposta dello stack, che impiega qualche secondo a erogare corrente dal momento in cui l’idrogeno inizia a fluire fra le piastre e a generare energia. Al posto guida nulla cambia. Girata la chiave per la messa in moto, non si sente nulla, solo una spia verde sul display centrale indica che si può procedere. Una volta messi la leva del cambio automatico su Drive e il piede sul gas, la Fcv si muove subito in modo brioso con una progressione estremamente fluida, ma piena, corposa. Sotto l’acceleratore c’è una riserva di potenza notevole e l’agilità nel traffico è sorprendente. Tutto con la massima semplicità e naturalezza, ma nello sconcerto dei pedoni che si allarmano un po’ vedendo un veicolo così imponente muoversi nel silenzio più assoluto.

    Fonte: http://www.quattroruote.it