Auto elettrica, un sogno che diventa realtà

16/06/2008 - e2net

    Anche gli Emirati Arabi Uniti hanno deciso di risparmiare benzina. Per un anno, nella capitale Dubai, circolerà una flotta General Motors di taxi a motori ibridi, composta da vetture Chevrolet Talhoe e Chevrolet Malibu.
    «Quando il Governo del Dubai ha deciso di studiare la possibilità di un sistema alternativo di trasporti nel Medio Oriente – spiega Terry Johnsson, presidente di General Motors per le operazioni dell’area – Gm si è mossa molto rapidamente», cogliendo al volo la sfida di rendere l’intero sistema dei trasporti pubblici del Dubai ecocompatibile.

    Se anche i petrolieri stanno convertendosi all’automobile ibrida, vetture dotate di un motore elettrico e di uno a combustione interna che cooperano risparmiando carburante, significa che qualcosa sta cambiando nel mondo delle case automobilistiche.
    L’industria delle automobili, complice la crisi energetica e le norme ambientali più restrittive, è infatti alla ricerca di nuove soluzioni che possano sostituire o affiancare i motori a scoppio, una tecnologia rimasta sostanzialmente invariata da oltre un secolo. E il mercato è ricettivo a queste nuove soluzioni: a meta maggio Toyota ha annunciato che le vendite della Prius, la sua automobile a motore ibrido che rappresenta il primo successo mondiale per questo tipo di vetture, hanno superato il milione. Toyota calcola che questo milione di auto abbia evitato l’immissione nell’ambiente di 4,5 milioni di tonnellate di anidride carbonica. L’obiettivo della casa automobilistica giapponese è ora quello di vendere ogni anno un milione di queste automobili a partire dal 2010.

    Le case automobilistiche non hanno ancora scelto se la vettura del futuro sarà a idrogeno, a batterie ricaricabili con la normale corrente elettrica o ibrida con motore elettrico e a scoppio. Bmw e Mercedes sembrano per ora puntare più sull’idrogeno e noleggiano già automobili che utilizzano questa tecnologia. Una decina di giorni fa Renault e Nissan hanno invece concluso un’alleanza per la produzione di veicoli elettrici. Nissan aveva già annunciato la vendita di automobili elettriche in Giappone e Stati Uniti prima della fine del 2010 e ora, in collaborazione con Renault, conta di raggiungere i mercati danesi e australiani nel 2011. Nell’ambito di questa alleanza, Renault sta testando il prototipo Scenic Zev H2 che utilizza celle a combustibile di idrogeno ad alta pressione accoppiate a batterie compatte agli ioni di litio realizzate da Nissan; una vettura che sarà mostrata dopo la metà di giugno alla fiera ambientale di Barcellona.
    Toyota, dal canto suo, ha sviluppato un’automobile elettrica alimentata da celle a idrogeno che ha un’autonomia di 830 chilometri e che riesce ad avviarsi anche con temperature di 30 gradi sotto lo zero. Tra due anni, infine, dovrebbe essere presentata sul mercato una Chevrolet elettrica che può essere ricaricata a una normale presa di corrente.

    Qualunque sarà la strada che prenderà il mercato: auto a idrogeno, auto elettrico o ibride, a fare la differenza saranno le batterie. Non esiste infatti ancora la pila ideale: quella cioè che permette di conservare grandi quantità di carica per lunghi periodi, che si ricarica in breve tempo e che può essere sottoposta a molteplici cicli di ricarica senza perdere di efficienza. La tecnologia più promettente sembra essere quella delle batterie agli ioni di litio, batterie ricaricabili sufficientemente potenti e leggere, ma che hanno lo svantaggio di utilizzare il litio: un elemento che si incendia facilmente.
    Le case automobilistiche sono così impegnate in prima fila per produrre batterie di qualità. Automotive Energy Supply Corp, società posseduta da Nissan Motor e Nec, ha presentato a fine maggio al Cemat 2008 di Hannower una batteria compatta agli ioni di litio per i veicoli elettrici di futura generazione ricaricabile in poco tempo, particolarmente capiente e quasi priva di effetto memoria. Questa batteria, frutto di un investimento di 114 milioni di euro, sarà prodotta in serie dal 2009 nello stabilimento Zama di Nissan a Kanagawa, in Giappone.

    Allo stesso tempo, anche Volkswagen e la giapponese Sanyo Electric hanno avviato una collaborazione simile. Attualmente Sanyo produce invece batterie al nickel idrogeno per la Honda e la Ford.
    Sempre utilizzando batterie agli ioni di litio la società californiana Green Vehicles, di San José, ha invece annunciato che inizierà a vendere sul mercato statunitense per circa 20mila dollari le sue automobili elettriche a tre ruote capaci di sfiorare i 130 Km/h.
    La ricerca sulle batterie agli ioni di litio coinvolge inoltre decine di laboratori in tutto il mondo. Poche settimane fa la newyorkese mPhase Technologies ha presentato un modello, frutto di ricerche di nanotecnologia, che si attiva con un’azione meccanica e che garantisce una vita di scaffale pressoché infinita.
    In quest’ottica i nanotubi potrebbero rivelarsi uno strumento prezioso. Ne è convinto Dangsheng Su, del Fritz Haber Institute della Max Planck Society di Berlino, che ha ideato un metodo a basso costo per sintetizzare nanotubi incapsulati in fibre di carbonio che consentono di realizzare, come spiega, «elettrodi ad alta potenzialità» capaci di aumentare la capacità di stoccaggio delle batterie agli ioni di litio.

     Li-Jun Wan, direttore dell’Istituto di chimica dell’Accademia cinese delle scienze di Pechino, ha inoltre realizzato con tecniche di nanotecnologia un composto al carbonio che, nelle sue parole, «costituisce un materiale per l’anodo molto promettente per le batterie agli ioni di litio». Anche sul fronte della sicurezza sono stati raggiunti risultati importanti, e lo scorso aprile Kai-Christian Möller, dell’Istituto Fraunhofer per la ricerca sui silicati di Würzburgde, ha presentato una batteria nella quale il suo gruppo aveva «sostituito con successo l’elettrolita organico infiammabile con un polimero non incendiabile». Un risultato pensato specificatamente per le batterie da utilizzare nei computer e nei cellulari, ma che potrebbe essere utile anche per l’industria automobilistica, e che sicuramente sarà preso in considerazione anche dagli sceicchi di Dubai.

    Fonte:  http://www.ilsole24ore.com