Ebb: stop a campagna diffamatoria contro biofuel

12/09/2008 - Nicola Ventura

    Non esiste una correlazione diretta, se non marginale, tra l’uso dei biocarburanti e la recente impennata dei prezzi delle principali materie prime agricole.
     
    A dimostrarlo, dati alla mano, è l’industria europea dei biocarburanti, rappresentata dall’European biodiesel board (Ebb). “La relazione più biocarburanti, più alti i prezzi delle materie prime alimentari è stata contraddetta dai fatti”, attacca Raffaello Garofalo, segretario generale del’Ebb.
     
    Nel 2008 la produzione di biodiesel è aumentata del 35-40 per cento, mentre i prezzi di soia, mais, grano, da maggio hanno iniziato a diminuire. Allora la domanda è: perché, se è vera la correlazione tra produzione dei biocarburanti e aumento dei prezzi delle materie prima, quest’ultimo non si verifica anche adesso?  
     
    Invece, pur essendo di gran lunga aumentata nel breve periodo, la produzione di biofuel non ha influito minimamente sul prezzo delle materie agricole. Che anzi tende a calare. Perciò l’Ebb suona il campanello d’allarme contro gli orientamenti che stanno facendosi strada a livello comunitario.
     
    “ll tentativo è di svuotare dall’interno la proposta fatta dalla Commissione europea”, afferma Garofalo. L’idea di suddividere il target del 10 per cento (la parte dei consumi di carburanti che dovranno essere coperti con biofuel entro il 2020) in quote, per l’Ebb, porta fuori strada.

    Far rientrare anche solo parzialmente nel 10 per cento i consumi di auto elettriche e a idrogeno di fatto non vuol dire incrementare le energie rinnovabili a scapito di quelle fossili.

    Il Parlamento europeo oggi e domani si esprimerà sulla direttiva Ue sulle energie rinnovabili e sul ruolo che devono avere i biocarburanti all’interno del target del 20 per cento di fonti pulite al 2020 indicato dalla Commissione europea. Non sembrano messe in discussione le quote fissate del 5 per cento di combustibili verdi al 2015 e del 10 per cento entro il 2020.

    Ma – secondo quanto rivela oggi un articolo del Guardian -  Claude Turmes, relatore al Parlamento europeo sulla direttiva rinnovabili, afferma che al raggiungimento di questi obiettivi contribuiranno in misura maggiore i biocarburanti cosiddetti di seconda generazione (prodotti con tecnologie più sostenibili e da materie prime non sosttratte ai mercati alimentari) e che dovranno avere quote pari all’1 per cento del 5 per cento e del 4 per cento rispetto al target finale del 10 per cento al 2020.

    Fonte: http://www.zeroemission.tv