Da Yamaha la prima moto a etanolo?

07/11/2008 - Nicola Ventura

    Non si vive di sole elettriche: visto che l’idea di un mezzo a due ruote ibrido è ancora oggettivamente difficile a causa del minore spazio rispetto ai colleghi a quattro ruote in termini di alloggiamento batterie e motore supplementare, la ricerca di ecologia ed economia potrebbe spostarsi (anche) verso carburanti alternativi.

    Così sembra, visto che Yamaha è in piena fase di sviluppo del primo motociclo dual-fuel: benzina ed etanolo, nello specifico. Ne dà notizia il magazine inglese Motor Cycle News. L’indiscrezione si collega a filo doppio con un brevetto depositato dagli ingegneri di Iwata sul finire di ottobre: l’eventuale messa in produzione della moto segnerebbe, nel suo piccolo, un evento storico. E per Yamaha sarebbe un fiore all’occhiello, visto che sarebbe la prima grande azienda con un simile mezzo a listino.

    A giudicare dal disegno pubblicato da Mcn, la tipologia di moto scelta per l’esperimento è una tranquilla commuter monocilindrica: tutto lascia pensare che si tratti di un mezzo per i mercati in via di sviluppo. Il serbatoio della benzina è disposto in maniera convenzionale, chiuso tra testa di sterzo, telaio e motore, mentre un secondo serbatoio – posto tra il cilindro verticale e il relativo iniettore – contiene o etanolo, o una miscela benzina/etanolo quale la E85. Quest’ultimo è un carburante composto all‘85% da etanolo e al 15% da combustibili di derivazione fossile, quale la benzina; ha un numero di ottano pari a 105 ed è più di un esercizio tecnologico. Diciamo che è quasi una realtà conosciuta con il nome di bioetanolo, e ha già avuto modo di alimentare le nobili bancate di un V8 Ferrari al salone di Detroit.

    Molto giocherà la rete distributiva: il bioetanolo è, negli Stati Uniti, il combustibile per oltre sette milioni di veicoli flex a quattro ruote, con una diffusione capillare o quasi. In Sudamerica l’auto ad alcool – Brasile in testa – è da tempo una realtà. In Italia la sola città di La Spezia ha realizzato qualcosa di concreto in tal senso, aderendo al progetto Best (BioEthanol for Sustainable Transport, che punta a dimostrare la sostituibilità di benzina e gasolio con bioetanolo): nel parco autobus della città ligure compaiono tre veicoli alimentati con E85, e ovviamente stazioni di servizio dedicate.

    Tornando alla Yamaha flex, il serbatoio supplementare potrebbe – in un secondo tempo – non essere necessario: basterebbe infatti equipaggiare il serbatoio primario con sensori per rilevare il contenuto di alcool nel carburante. Ma se in quel di Iwata si pensasse di usare l’etanolo iniettandolo direttamente nella camera di combustione, sarebbe imprescindibile. E, in quest’ultimo caso, il funzionamento ricorderebbe molto da vicino quello di un (ormai non più) comune miscelatore automatico per 2T.

    Fonte: http://mytech.it