Biocarburanti: UE accusata di nascondere aspetti negativi

11/03/2010 - Nicola Ventura

    La Commissione Europea e’ accusata di nascondere documenti che dimostrerebbero l’esistenza di forti implicazioni negative, dal punto di vista ambientale ed economico, dell’uso dei biocarburanti. A puntare il dito accusatore sulla poca trasparenza e democrazia dell’esecutivo

    sono quattro organizzazioni ambientali (ClientEarth, Transport & Environment, the European Environmental Bureau e BirdLife International) che hanno depositato l’otto marzo un ricorso davanti alla Corte di Giustizia di Lussemburgo.

    Secondo quanto riporta un articolo Euractiv-Reuters, le associazioni avevano chiesto nell’ottobre 2009 l’accesso ai documenti, senza pero’ ricevere nei tempi legali previsti l’intero incartamento, ma solo una sua parte.

    Secondo il portavoce della Commissione Mark Gray, quei documenti assommavano a 8844 pagine e l’esecutivo stava ancora valutando se consegnare il resto.

    L’azione alla Corte, secondo Gray e’ prematura anche perche’ in questo momento si e’ in una fase di progetto dei documenti.

    Gli attivisti controbattono che la Commissione avrebbe creato un pericoloso precedente non mettendo a disposizione tutti gli studi. Potrebbe, in questo modo – sostengono – ”ritardare la consegna dei documenti fino a quando non sara’ gia’ stata presa una decisione politica, colpendo al cuore la democrazia comunitaria”.

    Appellandosi al rispetto sulla legge della liberta’ di informazione, i gruppi ambientali riportano cosi’ alla ribalta il problema della sostenibilita’ dei biocarburanti, approfittando del fatto che la Commissione dovra’ rendere noto un rapporto in cui si rivede l’impatto del cambiamento indiretto dell’uso dei terreno sulle emissioni di gas ad effetto serra.

    Sul banco degli imputati c’e’ l’obiettivo comunitario di sostituire il 10% dei combustibili fossili con biocarburanti entro il 2020. Politica che, accusano gli ambientalisti, ha creato un mercato artificiale, con un’industria europea del valore di circa 5 miliardi di euro l’anno e massicce importazioni da Brasile, Indonesia e Malesia.

    Fonte: Ansa